Speciale pavimentazioni multisport: indoor e outdoor

In questo speciale offriamo una panoramica sulle tipologie
di pavimentazioni con particolare riferimento a quelle su cui è praticabile una pluralità
di sport, come avviene nelle palestre e nei palazzetti.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 343
indoor outdoor pavimentazioni multisport
Interno del PalaCoccia di Veroli (Frosinone), da Tsport 341.

Palazzetti e palestre: sintesi per una scelta

La palestra scolastica da un lato e il palazzetto per l’agonismo di massimo livello all’opposto, hanno esigenze (di performance, comfort, manutenzione, durata) certamente diverse.
Quando si vuole garantire la massima sfruttabilità dell’impianto nell’arco dell’anno, occorre contemperare le esigenze dei diversi usi previsti.
Analizzando gli impianti multisport indoor pubblicati su Tsport negli ultimi tre anni, si osserva una larga prevalenza del parquet in legno, anche in palestre ad uso promiscuo tra scuole e associazioni sportive. Questa preferenza per la superficie raccomandata per il basket e ottimale anche per la pallavolo va però valutata in relazione al tipo di parquet installato, poiché non tutti i parquet sono uguali.

Va notato come un impianto di rilevanza nazionale come il Palalido di Milano, dove sono previsti incontri di alto livello in diverse discipline sportive, ha scelto una pavimentazione in parquet smontabile per la pallacanestro, che viene sostituita da una sintetica per gli incontri di pallavolo. La scelta delle pavimentazioni mobili consente inoltre di salvaguardare le superfici in caso di usi extra sportivi.

Il legno

Il pavimento in legno è dunque la scelta ottimale per la pallacanestro (anzi, obbligatoria in caso di attività agonistica di livello), ed è valida anche per la pallavolo, la pallamano, il calcetto e la ginnastica in genere.
Elastico, assicura un ottimo assorbimento degli urti. D’altra parte richiede una particolare attenzione manutentiva, e potrebbe essere soggetto a usura nel caso di impieghi extra sportivi.
La superficie di gioco vera e propria è costituita da listoni in legno massello oppure in multistrato: pur essendo di minor pregio, quest’ultimo consente di ridurre le dilatazioni e contrazioni del singolo listone in presenza di sbalzi termoigrometrici. Il massello d’altra parte può essere levigato più volte nel corso del tempo.

La superficie in legno non viene posata direttamente sul sottofondo, ma su una o più serie di travetti di supporto, che possono essere o meno dotati di cuscinetti o singoli elementi ammortizzanti; ognuna delle diverse soluzioni darà luogo a parametri prestazionali diversi, e quindi a una classificazione diversa con riferimento alla norma UNI-EN 14904.
Nel caso di interventi in cui si debba minimizzare lo spessore della pavimentazione esistono sistemi flottanti, che possono essere posati tramite clips su un materassino steso sul sottofondo.
Alla pavimentazione deve essere garantita l’assenza di umidità di risalita: deve essere pertanto prevista la posa di una barriera al vapore o uno strato di impermeabilizzazione che la isoli dal sottofondo.La scelta delle essenze per lo strato superficiale, infine, è una questione prevalentemente estetica oltre che di costo, anche se varia, da un legno all’altro, la stabilità dimensionale in presenza di umidità: le specie nostrane (acero, faggio, rovere) subiscono in genere una variazione dimensionale maggiore rispetto alle specie d’importazione quali il doussié, l’iroko, e simili.

Il PVC

l PVC è una resina termoplastica, generalmente unita a plastificanti di vario genere, che ne determinano l’elasticità, oltre a stabilizzanti, lubrificanti, cariche e pigmenti.
Il materiale viene prodotto in teli, ottenuti per calandratura accoppiando più strati di resina.
Le superfici sportive in PVC sono solitamente costituite da un multistrato con uno strato superficiale compatto, liscio o goffrato, e strati inferiori in schiuma di PVC cellularizzata o alto materiale elastico, che ottimizzano l’assorbimento degli urti.
A seconda degli spessori utilizzati nei vari strati, si può andare da superfici multiuso anche non agonistiche, fino a soluzioni ad elevata performance.
In caso di uso particolarmente intenso, il livello di usura sarà maggiore rispetto ai pavimenti in legno e richiederà a suo tempo la sua completa sostituzione.
Il pavimento vinilico risulta più adatto alla pallavolo, anche come soluzione temporanea e asportabile da utilizzare su superfici diverse.
Ha impiego esclusivo negli impianti indoor, in quanto il materiale, sensibile alla temperatura, teme l’irraggiamento solare diretto.

La gomma

Le gomme presentano ottime caratteristiche di elasticità, resistenza all’usura ed agli agenti chimici. Con miscele di gomme naturali e/o sintetiche vengono realizzati manti di tipo prefabbricato, in teli. Alla gomma possono essere aggiunte cariche elastiche e minerali di vario genere, plastificanti, vulcanizzanti, protettivi, pigmenti e la miscela viene calandrata e vulcanizzata.
Il processo di vulcanizzazione assicura alla gomma una durata maggiore rispetto ad altri materiali sintetici. Inoltre, permette alla superficie di mantenere inalterate le proprietà biomeccaniche più a lungo.
Anche in questo caso il manto è costituito da più strati, con diverse caratteristiche ammortizzanti per rispondere alle diverse esigenze di gioco.
Lo strato superficiale è liscio, antiscivolo e antiriflesso, e viene vulcanizzato a un sottostrato portante in gomma. Lo strato inferiore, ammortizzante, può essere composto da schiuma di pvc come nella tipologia del tappeto vinilico.
Il tappeto in gomma può facilmente essere posato anche senza incollaggio sul sottofondo.

La resina poliuretanica

A differenza delle pavimentazioni in teli prefabbricati, come le precedenti, quelle in resina, colata in situ, offrono il vantaggio di non doversi preoccupare dei giunti, ma naturalmente non hanno la possibilità di essere sostituite o rimosse.
Si ottengono con la posa di successivi strati a base di resine poliuretaniche autolivellanti unite a granuli elastici di vario tipo. Le resine possono essere di tipo bicomponente o monocomponente; i granuli elastici possono essere di poliuretano, di EPDM o di gomma nera. Gli strati possono essere stesi direttamente sul sottofondo, eventualmente in combinazione con un sottotappeto elastico prefabbricato a base di gomma granulare. Le superfici risultanti sono perfettamente uniformi e con elevate caratteristiche di resistenza.

Le resine acriliche

I materiali impiegati sono generalmente miscele di resine acriliche e viniliche, in emulsione acquosa, contenente pigmenti e cariche di varia natura. Le cariche a base di granuli di gomma hanno lo scopo di migliorare le qualità elastiche dello strato, mentre quelle a base di sabbie quarzifere migliorano l’aderenza superficiale e la resistenza all’usura.
La pavimentazione generalmente viene realizzata in più strati, anche di varia composizione, che vengono posti in opera verniciati, spatolati o spruzzati. La sottostruttura preferita è quella di tipo bituminoso; la pavimentazione risulta non drenante.

I multisport outdoor

È evidente come gli impianti sportivi all’aperto presentino una specificità rispetto a quelli al chiuso, in relazione alle condizioni climatiche cui sono esposti nell’arco dell’anno.
Ricordiamo che non tratteremo in questa occasione le pavimentazioni in erba, naturale o sintetica, che saranno oggetto del prossimo “speciale”; così come l’uso delle terre stabilizzate, come le terre rosse impiegate per il tennis. Dato per scontato che il legno non rientra nelle superfici adatte ad uso esterno, il tema delle pavimentazioni multisport outdoor si concentra necessariamente sulle pavimentazioni sintetiche.
La norma tecnica di riferimento è la UNI EN 14877:2013 “Superfici sintetiche per aree sportive all’aperto – Specifiche”, la quale specifica i requisiti per le superfici sintetiche per impianti sportivi all’aperto, distintamente per atletica, tennis, polisportiva.

Le caratteristiche dei materiali sono le stesse già descritte per le corrispondenti tipologie indoor: si tratta delle pavimentazioni in gomma, e di quelle in resina, poliuretanica o acrilica. Come si è detto, il pvc è invece un pavimento sintetico che non viene impiegato in esterno.
Rispetto alle pavimentazioni realizzate all’interno di edifici chiusi, le superfici all’aperto devono essere delimitate con cordoli di contenimento (prefabbricati o gettati in opera), che devono anche delimitare le eventuali canalizzazioni di raccolta delle acque meteoriche.
Trattandosi di superfici generalmente impermeabili, dovrà essere prevista una leggera pendenza per consentire il deflusso della pioggia: le norme federali, per i campi destinati a specifiche attività sportive, dettano i limiti entro cui sono ammissibili le pendenze: la FIP per la pallavolo consente una pendenza di 5 mm per metro.