Via libera agli sport di contatto: si, no, forse

Anche Regione Lombardia, nell’ordinanza firmata ieri, prevede si possa tornare a giocare a calcetto dal 10 luglio: pareri contrastanti da Ministeri e Protezione Civile, mentre le Regioni sono andate in ordine sparso.

Incontro giovanile tra Italia e Svezia all’oratorio di Paderno Dugnano, Milano, il 9 giugno 2018 (foto Paolo Bona/Shutterstock).

Gli sport di contatto (di cui il calcetto pare sia il più amato) sono la pecora nera della sicurezza sanitaria, e come tale ne è stata rimandata a più riprese la ripresa dopo il blocco pandemico.

Con il dpcm 11 giugno la riapertura già prevista per il 15 era stata spostata al 25, ma sempre “subordinatamente alle valutazioni delle regioni, del ministero dello Sport e di quello della Salute sulla compatibilità dello svolgimento delle attività con l’andamento della situazione epidemiologica».

Alla soglia del via libera, il 24, il Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile comunicava: «In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale con il persistente rischio di ripresa della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni certe come negli sport da contatto, devono essere rispettate le prescrizioni relative al distanziamento fisico e alla protezione individuale», cosa che presa alla lettera impedirebbe appunto il “contatto”.

Il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora si è invece dichiarato favorevole in quanto «riprendere le attività dei centri sportivi, con le garanzie assicurate dal documento delle Regioni su sanificazione e mantenimento dei dati per i giorni necessari, aumenterebbe la sicurezza per tutti».

 

E quindi?

Premesso che al momento quelli che sono conteggiato come “nuovi cluster” di trasmissione virale sono per lo più dovuti alla attività di ricerca di tracce del virus in soggetti asintomatici e nulla hanno a che vedere con gli analoghi numeri di fine febbraio, è evidente che non c’è una direttiva certa cui tutti possano unanimemente adeguarsi.

Sicché, le regioni si sono mosse individualmente. Fra le prime l’Abruzzo, che in anticipo aveva autorizzato la ripresa del calcetto aggiungendo, alle consuete raccomandazioni igienico-sanitarie, il divieto della “marcatura a uomo” e l’obbligo di guanti per chi tocca il pallone; poi la Sicilia, con un’ordinanza del 18 giugno, la Puglia dal 25, il Veneto e la Liguria subito dopo.

La Lombardia, infine, ha deciso di aprire agli sport di contatto a partire dal 10 luglio. Sempre con la doverosa precisazione: “previa l’intesa con il Ministero della Salute e dell’Autorità di Governo con l’andamento della situazione epidemiologica nel territorio”.