Atletica leggera, anzi leggerissima

Speciale #33: superfici per l’atletica leggera – Introduzione. La classificazione delle tipologie di superficie riportata nei manuali della World Athletics e le indicazioni tecniche della FIDAL richiedono un approfondimento che chiarisca la gamma di possibilità tecniche, ricordando che ogni superficie deve essere funzionale all’uso che sarà fatto dell’impianto sportivo.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 351
Atlete nei 110 Ostacoli a Pechino 2008 (foto Pete Niesen/Shutterstsock)

I successi italiani all’Olimpiade di Tokyo hanno aperto una stagione in cui l’atletica leggere ha riacquisito nelle aspettative generali un certo interesse.

Gianmarco Tamberi dopo aver conquistato l’oro nel salto in alto a Tokyo 2020 il 1° agosto ’21 (foto roibu/Shutterstock).

Lo stato degli impianti di base nel nostro paese, come abbiamo già visto nello Speciale di due anni fa (Tsport 339) e nel webinar del maggio 2022, non è dei migliori; è però anche vero che i cantieri aperti sulle piste di atletica per il rinnovo delle superfici e la loro riomologazione sono sempre più numerosi.

Solo negli ultimi 15 mesi (gennaio 2022-marzo 2023) le nostre rilevazioni (pubblicate mensilmente nella newsletter “Costruendo”) riportano 36 interventi programmati e/o finanziati, 38 cantieri aperti e circa 20 inaugurazioni, in altrettanti Comuni italiani. Ricordiamo che all’inizio del 2022 la FIDAL registrava l’esistenza di 1.422 impianti, di cui 902 classificabili come “completi” (categorie A e B della Circolare Tecnica SmarTrack). Gli altri sono impianti ridotti ma agibili per attività parziali, e impianti “di esercizio” o scolastici. Tuttavia le piste dotate di omologazione non scaduta risultavano di poco superiori al 20% del totale, da cui l’attività di rinnovo degli impianti attualmente in corso.

(foto msgrafixx/Shutterstock)

Come spesso dobbiamo ricordare, in tutti i lavori la differenza la fa una corretta progettazione e una corretta direzione del cantiere, che non può essere affidata a professionisti privi della necessaria esperienza nello specifico settore. Le incertezze procedurali si riscontrano a partire dai capitolati: la descrizione del manto sportivo da impiegare, ripresa spesso in modo acritico dalle tipologie descritte nella Circolare FIDAL, finisce col non corrispondere a quanto effettivamente posato in opera se si gioca sull’equivoco della “equivalenza”, dove il prezzo può far premio sulle caratteristiche prestazionali della superficie.

È quindi tutt’altro che superfluo ritornare sui contenuti dei manuali nazionali (FIDAL) e internazionali (WA) ricordando che le decisioni progettuali non vanno prese “alla leggera” ma devono essere assolutamente ragionate in funzione del risultato che si vuole ottenere sul campo.

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(in pubblicazione nei prossimi giorni)