Speciale outdoor – I CAM per parchi gioco e arredo urbano

Tutti gli elementi che investono l’outdoor per la Pubblica Amministrazione devono rispondere ai Criteri Ambientali Minimi dettati dal Decreto del 7 febbraio scorso. Vi rientrano i parchi gioco, l’arredo urbano, ma anche le attrezzature sportive open air.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 354
Parco giochi a Sappada (Udine) (foto Legnolandia).

Genesi e struttura del documento

Come abbiamo visto nello Speciale “Progettazione sostenibile”, i CAM (Criteri Ambientali Minimi) fanno parte di una strategia che ha l’obiettivo di condurre tutto quanto fa capo agli approvvigionamenti e ai lavori della Pubblica Amministrazione in un percorso complessivo di sostenibilità.

Lo scorso 3 agosto è stato emanato il decreto che approva l’aggiornamento del Piano d’Azione Nazionale, un documento-quadro da cui discendono i singoli CAM dettagliati per temi.

È di pochi mesi precedente il decreto relativo alla progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni, e relativi servizi di manutenzione (Decreto MISE 7 febbraio 2023). Si tratta di un documento che integra e sostituisce quello precedentemente in vigore relativo essenzialmente agli “articoli di arredo urbano” (Decreto 5 febbraio 2015). La nuova stesura del documento si è resa necessaria “in ragione dell’evoluzione normativa di settore, del progresso tecnico e dell’evolversi dei mercati di riferimento, che consentono di migliorare i requisiti di qualità ambientale e di perseguire pertanto, con maggiore efficacia, gli obiettivi ambientali connessi ai contratti pubblici relativi a tali categorie di forniture”.

I CAM in oggetto sono applicati a tre categorie di appalto:

  1. l’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi;
  2. la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni;
  3. l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per esterni.

 Per ciascuna di queste categorie, oltre a una premessa generale, vengono dettati i Criteri da seguire nonché le modalità di verifica dei criteri stessi.

Quali prodotti

Per meglio chiarire l’ampiezza del campo d’azione dei CAM, viene precisato che per “prodotti per l’arredo urbano” e “arredi esterni” si intendono, a titolo esemplificativo: gli elementi e i complementi di arredo per parchi gioco, per parchi, giardini pubblici o ad uso pubblico; per stadi, marciapiedi, piazze; le banchine di sosta per fermate di autobus, di metropolitane ecc. Sono, quindi, inclusi le panchine, i tavoli, le sedute, i sedili, le panche, le attrezzature per il gioco, le strutture ludiche, le fioriere, le rastrelliere porta biciclette, le pavimentazioni antitrauma, le transenne, gli steccati, le staccionate, i bagni chimici, gli accessori per le piste ciclabili, la segnaletica verticale per le aree verdi, i dissuasori di sosta, i rallentatori di traffico, la segnaletica su strade, la segnaletica in spazi pubblici (come ad es. i parchi gioco, le aree verdi, gli spazi ricreativi), gli articoli per aree cani, percorsi salute e allenamenti sportivi, le bacheche, le pensiline, le tettorie per banchine, i pali, le stecche, i pontili; le pavimentazioni, le superfici e i substrati dei campi sportivi e da gioco, nonché le pavimentazioni delle aree a questi ultimi asservite, ove la posa in opera di questa fattispecie di pavimentazioni sia commissionata nell’ambito della categoria di appalto oggetto dei presenti CAM; gli arredi per l’esterno di scuole, uffici e altri edifici pubblici.

Obiettivi dei CAM

I CAM mirano principalmente a promuovere l’uso efficiente della materia e l’allungamento della vita utile di tali categorie di prodotti, ciò attraverso requisiti che consentono la scelta di prodotti:

– realizzati con un minor impiego di materie prime, pertanto con materiali derivanti dalla raccolta dei rifiuti e/o con sottoprodotti, vale a dire con scarti produttivi riutilizzati all’interno dello stesso sito o con scarti produttivi di altre aziende nell’ambito delle pratiche di simbiosi industriale;

– fabbricati nel rispetto delle prescrizioni del regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per quanto riguarda i limiti alla presenza di sostanze pericolose;

– progettati per durare più a lungo e per essere facilmente disassemblati e recuperati al termine della loro vita utile.

I CAM, inoltre, nei limiti di quanto consentito dal codice dei contratti pubblici, mirano altresì a favorire i produttori che hanno investito per dimostrare in maniera affidabile le caratteristiche di preferibilità ambientale del proprio output nonché gli offerenti, produttori o distributori, che si impegnano a partecipare alla gara con prodotti ricondizionati o preparati per il riutilizzo, laddove tali prodotti, anche dal punto di vista estetico-funzionale, siano equivalenti rispetto ai prodotti di prima immissione in commercio.

Quest’ultimo proposito promuove pratiche di produzione e consumo «circolari», previene la produzione dei rifiuti e getta le basi per creare un mercato di sbocco ai prodotti preparati per il riutilizzo e ai prodotti ricondizionati.

I CAM, che trattano anche la progettazione di aree ludico-ricreative, approcciano anche l’aspetto della riduzione del consumo di suolo e della valorizzazione del patrimonio naturalistico, oltre che l’inclusività delle persone con disabilità e con diverso livello di capacità motoria e sensoriale.

Le informazioni fornite devono essere un utile strumento per progettisti e amministratori per orientarli fra le molteplici offerte merceologiche del settore, senza dimenticare le prestazioni dei prodotti, i materiali, la loro corretta posa in opera, le ricadute ambientali e il loro inserimento paesaggistico nel luogo, sia esso di tipo storico che di nuova realizzazione, in ambito urbano ma anche extra urbano.

La sensibilità paesaggistica

Una attenzione particolare viene data, oltre che alla sostenibilità di tipo prettamente “ecologico”, anche  alle scelte sotto il profilo estetico e paesaggistico, al fine di valorizzare il territorio e fornire un miglior servizio alla collettività.

I materiali e gli elementi di arredo urbano (oltre alle attrezzature per il gioco, le pensiline, le delimitazioni di sicurezza ecc.) debbono dunque essere selezionate nel rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche, cromatiche e materiche dei luoghi, per le loro caratteristiche climatiche e paesaggistiche, in accordo col ruolo funzionale e rappresentativo del sito.

“Le piazze, i giardini e i viali delle città, dovrebbero essere infatti luoghi d’incontro ma anche d’identità collettiva, con una propria riconoscibilità connessa alle funzioni che vi si svolgono, determinata dalla forma dello spazio, oltre che dalla sua storia evolutiva frutto delle trasformazioni culturali delle epoche che vi si sono succedute, connotati dalle architetture, dalla natura e morfologia del sito, ma anche dalle attrezzature che li strutturano, attraverso la proposta di soluzioni tecnologiche innovative e sostenibili ed il recupero, laddove possibile, di tradizioni costruttive e materiche del luogo”. Troppo spesso però tali attrezzature vengono distribuite nello spazio senza criteri connessi ai luoghi, senza una verifica del loro impatto paesaggistico e, a volte, appaiono come oggetti sparsi e disomogenei fra loro, oltre che poco adatti alle caratteristiche storico-morfologiche e architettoniche dei siti. Tali elementi, invece, sono indispensabili per la funzionalità dello spazio pubblico e, se ben coordinati fra loro e col contesto che li accoglie, possono contribuire fortemente a caratterizzare, riqualificare, rigenerare, re-identificare il paesaggio delle nostre città.

Una volta assolto il compito di rispondere ai requisiti funzionali e prestazionali, l’insieme degli elementi che compongono il paesaggio urbano devono presentare un disegno coerente e armonico e devono far parte del sistema compositivo complessivo dello spazio sulla base di un progetto, che parte dalla conoscenza del sito (storia, morfologia, materiali, cromatismi, clima, architetture e tradizioni costruttive, pavimentazioni preesistenti, o nuove) in coerenza col ruolo tipologico e gerarchico che lo spazio pubblico occupa nel sistema connettivo e simbolico dell’abitato. Fondamentale, inoltre, è prevedere sempre il loro inserimento, integrato a soluzioni naturali e tecniche per il controllo microclimatico e il contrasto ad alcuni devastanti effetti dei cambiamenti climatici in corso”.

Inclusività e «progettazione universale»

La presenza di uno o più giochi definiti dalle aziende fornitrici come «accessibili ai bambini con disabilità» non è sufficiente a poter configurare un parco giochi come «inclusivo». Inoltre, a titolo esemplificativo, le altalene fruibili da bambini in sedia a rotelle non devono essere isolate ma devono essere collocate accanto ad altre altalene fruibili da altri bambini per favorire e facilitare l’incontro e la relazione tra pari.

Per la realizzazione di parchi gioco accessibili e non discriminanti, la scelta delle attrezzature deve essere in chiave Universal Design al fine di garantire l’accessibilità, l’usabilità e la fruizione d’uso di un’ampia platea di utenti, in modo confortevole, sicuro e quanto maggiormente possibile, autonomo.

Riparazione e riciclo

Tutti i prodotti di prima immissione sul mercato oggetto dell’offerta devono essere progettati in modo tale da essere durevoli e, se composti da più componenti, riparabili. Le parti soggette ad usura e danneggiamenti devono essere pertanto agevolmente rimovibili con interventi di tipo artigianale e sostituibili. Il produttore mette a tal fine a disposizione, per i prodotti composti da più componenti, parti di ricambio per un periodo di almeno cinque anni decorrenti dalla fine della produzione della specifica linea di prodotto cui appartiene il modello dell’articolo offerto, laddove tali parti di ricambio non siano comunemente reperibili. I componenti costituiti da materiali diversi sono facilmente disassemblabili e separabili, in modo da poter essere avviati a fine vita a operazioni di preparazione per il riutilizzo o, in subordine, a recupero presso le piattaforme di recupero e riciclo.

I materiali

Richiamiamo alcune delle principali indicazioni relative alle caratteristiche che devono avere i materiali con cui sono realizzati gli elementi di gioco e arredo.

Gli spazi ricreativi ad uso ludico sono allestiti prevalentemente con prodotti costituiti da materiali naturali rinnovabili (legno), eventualmente anche derivanti da operazioni di recupero e rispettano le prescrizioni delle norme delle serie UNI EN 1176 e UNI EN 1177.

I prodotti in plastica o in miscele plastica-legno e i componenti in plastica dei parchi gioco (sedili di altalene, scivoli ecc.) hanno un contenuto minimo di plastica riciclata pari almeno al 60% rispetto al peso complessivo del prodotto o del componente in plastica; gli arredi inseriti in aree verdi hanno un contenuto di plastica riciclata almeno pari al 95%.

I prodotti in gomma, ivi comprese le pavimentazioni ad alte prestazioni, hanno almeno il 10% di gomma riciclata; le superfici sportive multistrato contenenti agglomerato di gomma debbono avere un contenuto minimo di gomma riciclata del 30%; i prodotti e le superfici in agglomerato di gomma debbono avere un contenuto minimo di gomma riciclata del 50%.

L’asfalto o altro genere di materiale bituminoso o di materiale inerte eventualmente usato come substrato o come superficie per aree da gioco o ricreative, ha un contenuto di riciclato pari almeno al 60%. Il materiale riciclato presente nel prodotto può essere a titolo esemplificativo: polverino derivante da pneumatico fuori uso; plastica derivante dalla raccolta differenziata; il medesimo fresato d’asfalto derivante da pavimentazioni demolite o rimosso da superfici pavimentate; la frazione organica stabilizzata quale parte dei rifiuti organici che, a valle del trattamento in impianti di compostaggio, dovrebbero essere altrimenti smaltiti in discarica.

Le pavimentazioni di calcestruzzo confezionato in cantiere e i prodotti prefabbricati in calcestruzzo hanno un contenuto di materiale riciclato, ovvero recuperato, ovvero o di sottoprodotto, almeno pari al 5% sul peso del prodotto, inteso come somma delle tre frazioni.

I prodotti in ceramica (gres porcellanato) hanno un contenuto di materiale riciclato ovvero recuperato, ovvero di sottoprodotto di almeno il 30% in peso. Tale materiale può essere costituito da materiale riciclato frantumato e/o polverizzato derivante dal recupero degli scarti della lavorazione delle piastrelle, da materiale esterno al proprio ciclo produttivo e sostitutivo, almeno in quota parte, delle materie prime tradizionali (sabbia, argille e feldspati) quali le ceneri da termovalorizzazione di rifiuti urbani o da altri materiali recuperabili, o da una combinazione di queste diverse tipologie di frazioni di materiali.

I prodotti in acciaio hanno un contenuto minimo di materiale recuperato, ovvero riciclato, ovvero di sottoprodotto, inteso come somma delle tre frazioni, almeno pari a quanto di seguito indicato: acciaio da forno elettrico non legato, 65%; acciaio da forno elettrico legato, 60%; acciaio da ciclo integrale, 12%.

Nei prodotti con componenti in vetro, al fine di garantire la sicurezza per gli utenti in funzione del danno o del rischio conseguente alla rottura delle lastre di vetro nonché la maggior durata del prodotto stesso, la tipologia di vetro e la relativa prestazione per l’applicazione specifica è conforme alla norma tecnica UNI 7697 «Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie». Ad esempio, nel caso di pareti di cabine o ripari vetrari, in assenza di rischio di caduta nel vuoto, è necessario che il componente sia costituito da vetro temprato di sicurezza con caratteristica «1(C)2» oppure sia costituito da vetro stratificato di sicurezza con prestazione «2(B)2»; per pensiline o tettoie è necessario che il componente sia costituito da vetro stratificato di sicurezza con prestazione «1(B)1» o «2(B)2».

Nel caso in cui sia necessario realizzare delle pavimentazioni per le aree da gioco o gli spazi ricreativi esterne, (ad esempio campi da gioco che necessitano di pavimentazioni), si attribuiscono punti tecnici nel caso di offerta di prodotti per realizzazione di pavimentazioni drenanti.

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Argomenti:

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