Speciale Outdoor – Milano, la M4 e il parco di viale Argonne

Il 6 novembre 2022 è stata inaugurata la prima tratta della M4, la “linea blu” della Metropolitana Milanese, dall’aeroporto di Linate a piazzale Dateo. Lo stesso giorno veniva aperto il nuovo parco di viale Argonne, nato dalla sistemazione in superficie del tratto compreso fra le stazioni di Argonne e Susa, compresa l’area delle rispettive stazioni sotterranee. A un anno di distanza andiamo a vedere come è fatto e che cosa offre ai cittadini, al netto del disastroso temporale che il 25 luglio ha causato la caduta di molti dei platani che storicamente ombreggiavano il viale.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 354
Milano, vista notturna di viale Argonne (©Webuild image library-photo Moreno Maggi).

Viale Argonne nell’urbanistica di Milano

Il tracciato di viale Argonne, largo 90 metri tra le facciate edilizie, e lungo circa 600 metri da piazzale Susa al sagrato della chiesa dei SS Nereo e Achilleo, compare per la prima volta nel piano urbanistico progettato dagli ingegneri comunali Angelo Pavia e Giovanni Masera nel 1912.

Di fatto, il Piano del 1912 disegnava un’estensione del tessuto urbano là dove il piano Beruto (del 1889) si era fermato. La città di oggi, quanto a rete stradale, in questo settore è sostanzialmente quella prevista da Pavia e Masera.

Una mappa del piano regolatore di Milano datata 1911, con il tracciato di viale Argonne evidenziato (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Archivio. Fondo deposito Cesano; tavola 120×100 cm). Evidenziato in rosso l’attuale viale Argonne.

Qui il piazzale Susa è disegnato come un grande nodo strutturale della maglia urbana, con una sagoma irregolare dovuta a uno svincolo ferroviari della linea per Venezia ora non più esistente.  Da piazzale Susa parte il viale Argonne, con due carreggiate divise dal parco centrale, l’unico dell’area ovest della città tra Città Studi e Porta Vittoria, un settore storicamente noto come Acquabella. Nella direzione opposta, verso il centro città, la direttrice si rinnova ancora riallargandosi in corrispondenza di Corso Indipendenza, che riproduce uno schema simile.

Prima dei lavori per la quarta linea della Metropolitana (in realtà la quinta…) il parco – tagliato da due vie trasversali di cui se ne è conservata solo una – era comunque arredato a verde con due campetti sportivi e varie aree di sosta con panchine e qualche gioco.

Il nuovo viale Argonne

Il passaggio della M4 ha richiesto, per diversi anni – a partire dall’estate 2015 – l’isolamento dell’area centrale, fatti salvi i due filari di platani lungo le carreggiate, e la rimozione di tutto il verde e i manufatti ivi compresi.

A lavori conclusi, con l’aperura delle due stazioni di Susa e Argonne (i cui rispettivi accessi fanno ora parte dell’arredo urbano), è stata ridisegnata e riqualificata l’intera superficie, portando alla creazione di un moderno parco urbano “lineare”, connesso da una doppia pista ciclabile, e organizzato in spazi dedicati alle diverse fasce di età e tipologie di utenza. In partnership con il Politecnico di Milano, è stata realizzata una particolare mescola cementizia drenante per la pavimentazione delle piste ciclabili (in colore rosso, foto a destra) e di alcuni percorsi pedonali (di colore sabbia).

Partendo dalle scale mobili della stazione di piazzale Susa, la prima area attrezzata è destinata ai giochi per i bimbi più piccoli, semplici e divertenti. Accanto, è predisposta un’are per giostre temporanee.

Il comparto successivo comprende un campo polivalente per basket e pallavolo affiancato da un minibasket con le stesse caratteristiche di pavimentazione sportiva; all’esterno della recinzione dei campi sono disposti due tavoli da ping pong. A lato di quest’area è la stazione fitness, con diverse attrezzature per tenersi in forma. Ogni attrezzo è dotato di un QR Code che permette di scaricare una guida per gli esercizi fisici.

Ortofoto di due tratti del parco: lato piazzale Susa (a sinistra) e area centrale (a destra). (©Webuild image library-photo Moreno Maggi).

Al centro del parco è stata collocata quella che attualmente è la struttura ludica più attrattiva: il “Giga Frisbee”, un gioco di arrampicata in rete di corda sottesa tra due cerchi di acciaio tubolare con un diametro di 16 metri: il gioco si innalza fino a 2,80 metri di altezza. Nella stessa area sono installate le altalene, con diversi tipi di sedute, e dei tappeti elastici a raso, il tutto in un’ottica di integrazione fra diverse abilità.

Da sinsitra: area giochi infantili; dettaglio del Giga Fresbee; altalene inclusive (Foto BG/Tsport).

Questo settore è concluso con un campo da calcetto junior.

Dopo un’area a prato libero, troviamo i campi bocce, già presenti prima dei lavori.

Attraversata l’unica strada che interrompe il parco – via Lomellina –  oltre all’imbocco della scala per l’altra stazione della M4, Argonne, troviamo subito un altro campo polifunzionale, predisposto in questo caso per il calcio a cinque e il basket.

Da sinistra: area fitness; campetto multisport; area giochi di equilibrio (Foto BG/Tsport).

Seguono altri tavoli da poing pong, e infine l’ultima area ludica, dedicata ai giochi per i ragazzi oltre gli 8 anni, con strutture in corda per esercizi di equilibrio e il volume scultoreo Blooqx per arrampicata, adatto sia a preadolescenti che adolescenti.

A intervalli, lungo tutto il percorso, sono presenti quattro aree cani. Non mancano panchine in legno “modello Milano” e una cabina per toilette.

Planimetria del parco di viale Argonne.

Tutti gli spazi sono dotati, ove necessario, delle opportune recinzioni. Basse e in legno quelle che servono solo a limitare l’allontanamento dei piccoli dall’area giochi; recinzioni metalliche di varie altezze e con filo di vari spessori, oltre ai relativi cancelli, per le zone sportive e per l’area cani.

Il verde

Il Comune di Milano si è impegnato ad aumentare il numero complessivo di alberi di circa il 20% al termine dei lavori. È stato presentato un progetto integrato per collegare le aree verdi lungo tutto il tracciato della M4 – Parco Forlanini, Idroscalo e Parco delle Risaie – e renderle pienamente fruibili dai cittadini. Il Piano di piantumazione al termine dei lavori prevede oltre 1.900 nuovi alberi lungo la linea M4.

Nel parco di viale Argonne, tenuto conto che la posizione delle sottostanti stazioni è stata studiata in modo da limitare al massimo l’abbattimento delle piante esistenti, è stata ricreata la vegetazione ornamentale al di sopra del tunnel ferroviario con 13 diverse specie arboree di media taglia e 10 specie arbustive.

Cosa c’è sotto… (La M4)

Il sito https://www.metro4milano.it/ fornisce informazioni complete sul progetto e sull’andamento dei lavori della linea metropolitana M4.

La M4 o “Linea blu” è destinata a collegare il centro storico con la parte Est (Q.re Forlanini e Aeroporto Linate) e con la parte Ovest (Q.re Lorenteggio e Stazione San Cristoforo) della città.

La Linea M4 è una “metropolitana leggera ad automatismo integrale”: un sistema tecnologico che conserva le caratteristiche della metropolitana classica, ma con standard tecnici prestazionali più elevati e meno dispendiosi. L’innovativo sistema di guida automatica (driverless: senza conducente) adotta una tecnologia per il controllo intelligente del traffico che garantisce ai passeggeri i più elevati standard di sicurezza.

Le porte delle carrozze si aprono esclusivamente alla fermata dei treni in stazione annullando il rischio di cadute o infortuni. La banchina di salita e discesa è completamente separata dai binari e dai vagoni in movimento, garantendo l’incolumità delle persone.

Il tratto inaugurato il 26 novembre dello scorso anno copriva i 5 km tra l’aeroporto di Linate e piazzale Dateo, passando per le due fermate di cui ci siamo occupati in queste pagine. Il 4 luglio di quest’anno, la M4 ha raggiunto San Babila, garantendo il collegamento del entro città con l’aeroporto in 14 minuti.

Nel 2024, ci sarà il completamento della tratta ovest tra San Babila-San Cristoforo. Ventuno, in totale, le fermate per trasportare, senza conducente, 86 milioni di passeggeri l’anno su una flotta di 40 treni (più 7 di scorta). La frequenza negli orari di punta della “blu” sarà di 90 secondi. Con la quarta linea a regime, Milano conterà su 118 chilometri di linee e 136 stazioni e diventerà in questo modo la sesta rete underground in Europa per estensione.

Il cantiere

La Linea M4 è realizzata interamente con scavo in sotterraneo “a foro cieco” tramite TBM, tranne gli scavi per la realizzazione delle stazioni, dei sottoservizi e dei manufatti che sono “a cielo aperto”. I manufatti sono le opere, non accessibili al pubblico, poste lungo la linea tra una stazione e l’altra, che ospitano locali tecnici, sistemi di ventilazione, uscite di sicurezza e accessi di pronto intervento per i vigili del fuoco.

Piante dei mezzanini delle stazioni Susa (a sinistra) e Argonne (a destra), sovrapposte alla pianta del parco.

Nella tratta di viale Argonne, oltre alle due stazioni è stato ricavato il “Manufatto Argonne”, progettato per ospitare alcuni degli impianti tecnici e di sicurezza della metropolitana, che ha prolungato lo scavo a cielo aperto della stazione Susa circa raddoppiandolo, da piazzale Susa fino all’altezza di via Sighele: in quest’area sorgevano in precedenza un campo da basket in cemento, due campi da bocce, un’area gioco attrezzata, un’area cani e un wc pubblico.

La stazione Argonne è collocata invece al di là di via Lomellina, ed è al termine di una leggera curva del tracciato, quindi non in asse con il viale.

Il tratto interessato dalla stazione Susa e del “Manufatto”, prima dell’intervento (2014) e durante lo scavo (2016) (Google Earth).

I lavori in corrispondenza delle stazioni e del cosiddetto Manufatto – quindi quelli realizzati a cielo aperto – prevedono la costruzione dei diaframmi lungo il perimetro; il terreno all’esterno dei diaframmi viene “consolidato” al fine di prevenire infiltrazioni nelle strutture in costruzione. In corrispondenza delle stazioni lo scavo occupa 23,70 m di larghezza, oltre i quali è da conteggiare quindi lo spessore del diaframma e la porzione di terreno “consolidato”: questo ai fini di valutare la sicurezza delle radici delle alberature poste all’esterno dello scavo (nel nostro caso i platani del viale).

Nel tratto Argonne-Susa, in leggera salita verso il centro città, il piano dei binari viaggia a una profondità che va dai 12 ai 13 metri rispetto alla superficie. Il mezzanino si trova a 5,52 m rispetto al piano binari, mentre la copertura dell’intero manufatto si colloca a circa 2-2,70 m dalla superficie. Pertanto le fondazioni delle eventuali opere in superficie, e soprattutto le radici delle nuove opere a verde avranno a disposizione non più di questa profondità.

Sezione della stazione Susa in corrispondenza dei corridoi di uscita (© 2023 M4 S.p.A.).

Le gallerie che uniscono le due stazioni (una per senso di marcia) vengono invece scavate senza emergere in superficie, con speciali talpe meccaniche che realizzano fori del diametro (in questa tratta) di 8,15 metri ciascuna. Lungo questo percorso, pertanto, i manufatti si troveranno a circa 4 metri dalla superficie.

Il temporale del 25 luglio

Il 24 e 25 luglio 2023 l’Italia nordoccidentale si è trovata lungo il confine delle aree di influenza di due strutture bariche contrapposte: l’anticiclone africano, col suo massimo proteso dalla Tunisia verso la Grecia, ed una vasta area depressionaria di matrice polare che, con minimo sul Mare del Nord, interessava l’Europa settentrionale.

Il 24 luglio sono giunte sul Piemonte celle temporalesche originatesi in territorio francese e trasportate sul nord Italia dall’intenso flusso da ovest in quota, causando forti temporali associati a grandinate e violente raffiche di vento discendente su tutta l’alta pianura piemontese e lombarda (a destra lo schema delle correnti all’interno di una nube temporalesca – foto Shutterstock).

Nella notte tra il 24 e il 25 luglio l’ingresso di nuova aria fredda in quota ha causato nuova instabilità atmosferica: il temporale si è innescato in prossimità della collina di Torino per poi muoversi rapidamente, con velocità comprese tra 80 e 90 km/h, verso est raggiungendo Milano alle 3 del mattino. In poco più di tre ore ha percorso 300 km in direzione est per poi proseguire verso il Friuli.

L’elevata energia in gioco e il forte contrasto termico tra l’aria calda al suolo e l’aria fredda in quota hanno amplificato gli effetti della cellula temporalesca, tal ché le correnti discendenti che giungono al suolo dall’interno della nube temporalesca hanno assunto velocità eccezionali (tra i 68 km/h rilevati dall’osservatorio meteorologico di Brera Duomo ai 108 rilevati nell’area di San Siro) causando il crollo di centinaia di alberi di alto fusto in città e hinterland, fra cui i platani del viale Argonne.

25 luglio 2023: foto da drone dei platani abbattuti dal vento in corrispondenza dell’area giochi centrale di viale Argonne (visibile in alto). Foto di Andrea Fasani.

I danni alla vegetazione sono dovuti soprattutto alla rarità della punta massima di velocità del vento (oltretutto incanalato a forza tra le pareti degli edifici), ma in parte anche alla condizione non ottimale in cui le piante di alto fusto si trovano a vivere all’interno delle aree urbane, con le radici costrette in spazi limitati sia in orizzontale che in profondità.

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