Speciale Rigenerazione Urbana: Napoli, il Centro Sportivo San Gennaro dei Poveri alla Sanità

La SSD Spaccanapoli Sporting, società sportiva senza fine di lucro, ha presentato al Comune di Napoli proprietario e competente per territorio, il progetto di rigenerazione, riqualificazione e ammodernamento dell’impianto sportivo S. Gennaro dei Poveri alla Sanità per la successiva gestione con la previsione di un utilizzo teso a favorire l’aggregazione sociale e giovanile.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 346

La descrizione del progetto è tratta dalla presentazione della SSD.

Forma Urbana del Rione Sanità, isolamento e degrado sociale

I principi informatori del progetto di riqualificazione del Campo Sportivo San Gennaro sono fondati su considerazioni urbanistiche, storiche e socio-economiche che ancora oggi caratterizzano la vita dell’intero Rione.

Il Rione Sanità fu edificato alla fine del XVI secolo in un vallone collocato all’esterno della città grecoromana e a monte della porta Nord (l’attuale Porta San Gennaro) posizionata sul confine di Via Foria.

Il vallone era conosciuto e utilizzato sin dall’epoca greco-romana come luogo di sepoltura; nel corso dei secoli, infatti, nella zona sono sorti ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane, come quelle di San Gennaro e San Gaudioso.

Già nel XV secolo l’area su cui si è sviluppato il Rione era posizionata tra amene campagne, in prossimità della paleocristiana basilica di San Gennaro fuori le mura e in prossimità di un monastero abbandonato che era un vero lazzaretto per appestati, l’attuale ospedale di San Gennaro dei Poveri.

All’epoca la zona risultava naturalmente incontaminata e salubre, nonché sede delle catacombe, ritenute, quest’ultime, portatrici di miracolose guarigioni.

Nel 1809, durante la dominazione francese, Gioacchino Murat dispose la costruzione di un ponte, ancora esistente e oggi dedicato alla patriota Maddalena Cerasuolo (vedi foto a lato, di Lucamato/Shutterstock), per collegare direttamente Capodimonte alla città, sovrappassando il vallone in cui sorge il quartiere e tagliandolo di fatto dalla vita urbana.

Oggi l’emarginazione sociale vi è elevata, così come la disoccupazione o la sotto-occupazione, nonostante le potenzialità storico-culturali del rione.

Ma segni positivi di ripresa sono palpabili e crescono di giorno in giorno; all’isolamento del quartiere e al degrado urbanistico si contrappone un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore e una capacità del fare fuori dal comune che ha da sempre ha caratterizzato la forza d’animo degli abitanti della Sanità.

Il Campo Sportivo San Gennaro

Il Campo Sportivo San Gennaro dei Poveri è stato costruito agli inizi degli anni ‘80, e pur se edificato in una zona di particolare degrado ambientale, come anticipato si trova al centro di un percorso di rilevante interesse storico culturale.

Complessivamente buona l’organizzazione planimetrica del complesso che privilegiava la possibilità di praticare diverse attività sportive, ma le carenze manutentive ne compromettono l’agibilità.

Il progetto presentato da Spaccanapoli Sporting propone il miglioramento delle condizioni di sicurezza, della funzionalità e della fruibilità del campo sportivo San Gennaro dei Poveri, mediante azioni coordinate che consentono, direttamente, la riqualificazione complessiva dell’impianto in modo da creare un Centro Sportivo di moderna concezione. Per eliminare l’isolamento del complesso sportivo è prevista la creazione del collegamento con la sovrastante Via Capodimonte mediante l’installazione di un ascensore di notevole capacità (stralciato tuttavia in prima approvazione).

In merito alla riqualificazione dell’impianto sportivo è stato proposto un Piano di investimento per l’adeguamento normativo calibrato in funzione:

a) delle esigenze manutentive e delle carenze dell’impianto;

b) degli anni necessari all’ammortamento della spesa da sostenere per la gestione, la manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso;

c) della durata della concessione d’uso della struttura.

La proposta progettuale è stata suddivisa in due lotti.

Il primo lotto prevede il recupero funzionale dell’esistente; nel secondo lotto è stata prevista la realizzazione di una piscina con annesso solarium per creare un centro natatorio in pieno centro storico.

Tutti gli spazi funzionali sono stati organizzati per migliorare notevolmente la ricettività e l’accoglienza per gli ospiti utenti.

Lo scopo finale è, in sintesi, la creazione di una cittadella sportiva di moderna concezione e allo stesso tempo molto versatile al fine di offrire delle alternative qualificanti per adulti e bambini senza differenze di sesso e di culture per favorire l’aggregazione e l’integrazione delle generazioni.

Il campo di Calcio a 11

Allo stato preesistente il campo di calcio, di dimensioni metri 60 x 100, era in terra battuta mista a sabbia.

Il piano di posa si sviluppa su un sottostante strato tufaceo superficiale (in alcuni punti il tufo si trova a 10 cm di profondità). Per tale motivo fu realizzato un sistema di drenaggio verticale non molto profondo, mediante impiego di tubo corrugato forato di diametro 80 mm e posato in scavi a sezione obbligata poi riempiti con ghiaia. I dreni risultavano posizionati perpendicolarmente al lato lungo del campo, in prossimità dei pozzetti di raccolta dell’acqua piovana. Il sistema non era sufficiente a garantire un perfetto smaltimento delle acque, sia per il numero ridotto di dreni, sia per la posizione alquanto superficiale degli stessi proprio dovuta alla presenza del tufo affiorante.

Il progetto esecutivo prevede la realizzazione di un campo di calcio di dimensioni metri 65 x 105 oltre agli spazi per destinazione richiesti dalle normative vigenti. Al fine di ridurre i movimenti di terra e preservare l’ambiente è stato previsto un trattamento superficiale, in sito, del terreno esistente, mediante impiego di un prodotto ad azione idraulica per il trattamento e il consolidamento di terreni per la realizzazione di sottofondi di superfici sportive in erba artificiale a drenaggio orizzontale. Il trattamento di uno spessore di circa 8 cm di terreno con tale tecnologia consente di ottenere, in pochissimo tempo e senza stravolgimenti delle condizioni locali, un piano perfettamente livellato per la posa dei componenti del manto sintetico.

A seguire avviene la posa di tappetino drenante con canaletti direzionali che consente il drenaggio e l’allontanamento orizzontale dell’acqua di pioggia. Lateralmente al campo in erba artificiale sono disposte apposite canalette per la raccolta e l’allontanamento delle acque piovane e di irrigazione che confluiscono nel sistema di smaltimento delle acque reflue ivi posizionato e preesistente. Sul tappetino drenante è posato il tappeto in erba sintetica completato con l’intaso di stabilizzazione. Quest’ultimo è costituito da sabbia silicea, lavata a spigolo arrotondato di idonea granulometria. L’intaso prestazionale è invece costituito da granulo termoplastico (verde e marrone) a granulometria controllata per dare il lavoro compiuto a regola d’arte. Intorno al campo è inoltre previsto un apposito camminamento in tappetino artificiale per consentire agli addetti ai lavori un comodo spostamento da un capo all’altro del campo.

Gli altri interventi

Il progetto prevede il ripristino della pista di atletica posizionata nella zona retrostante la porta nord del campo di calcio, per una lunghezza complessiva di 70 metri, realizzata per colata a freddo di resine poliuretaniche in due strati. In maniera del tutto analoga sarà realizzata la pista per il salto in lungo.

Sull’attuale campo di calcetto è prevista la realizzazione di un campo a cinque regolamentare in erba sintetica.

Infine, sarà ripristinato il campo polifunzionale (basket, volley, tennis, ginnastica), con manto sportivo in resina e copertura stagionale in legno lamellare e telo impermeabile.