L’Arena Civica di Milano

In occasione della nuova veste che ha assunto oggi la pista di atletica, diamo uno sguardo alla storia dell’impianto intitolato a Gianni Brera.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 335
La porta monumentale dell’ingresso sud-est all’Arena, 1827 (foto BG/Tsport).

Secondo Gianni Brera «l’Arena civica di Milano è il più moderno degli stadi antichi; o il più antico degli stadi moderni»: dal 2005 questo impianto monumentale, realizzato sulle demolite fortificazioni del Castello Sforzesco, è intitolato al celebre giornalista. Fu progettato nel 1805 su disegni di Luigi Canonica che sostituirono una più costosa e iniziale idea di Giovanni Antonio Antolini. Pieno periodo neoclassico.

Inaugurato nel 1807, non era inizialmente destinato a ospitare gare sportive. Quelle vennero dopo. All’inizio era un sontuoso spazio pubblico «consacrato alla celebrazione della religiosità laica, affidata a feste patriottiche avvolte da un’atmosfera di revival dei fasti imperiali dell’antica Roma», come annota Felice Fabrizio nel suo ‘Storia e leggenda dello sport milanese’. Tanto che a corredo dell’inaugurazione si tennero gare di bighe, una fantastica naumachia e una curiosa quanto avvincente competizione fra una barcaiola del Lago di Como, travestita da uomo, e una muscolosa compagni di remieri veneziani. Vinse la prima.

Nel 1827 l’Arena si completò con il pulvinare e le tre porte monumentali attraverso le quali dovranno passare, per quasi due secoli, podisti e campioni del pedale. L’ovale della pista misurava allora 238 metri mentre la capienza da 3000 passò a 30 mila spettatori. I quali accorsero a frotte festanti agli inviti degli impresari Gerolamo Cappa e Alessandro Guerra, specialisti in spettacoli di arte varia fra i quali spiccavano le sfide fra nani, spettacoli pirotecnici, gare di fantini a piedi e a cavallo, tornei in costume medievale.

Nel 1870 la proprietà dell’Arena passa al Comune di Milano. Con la crescita della pratica sportiva, la sua funzione si trasforma: da luogo di improbabili convivi festaioli diviene spazio agonistico. Ma, anche in questo caso, con una multifunzionalità che farebbe invidia agli impianti più tecnologici dei nostri giorni: pattinatori a rotelle e sul ghiaccio, canottieri, concorsi ippici, podisti e velocipedisti, ginnasti e rugbisti, pugili, tiratori a segno (ai piccioni), infine calciatori.

Il nuovo Secolo

Il 15 maggio 1910 all’Arena scende per la prima volta in campo la nazionale italiana di calcio, opposta alla Francia. I sette undicesimi della compagine proviene da squadre milanesi: l’Unione Sportiva, l’Ausonia, l’Internazionale, il Milan. Arbitra l’inglese Goodley. Risultato finale: 6 a 2 per l’Italia! A esaltare i milanesi verranno poi le gesta di Peppino Meazza e quelle di Adolfo Consolini che qui realizzò il suo primato nel lancio del disco. Senza dimenticare i record di Luigi Beccali, primo grande mezzofondista italiano, e il primato del mondo sugli 800 metri dell’italo-sudafricano Marcello Fiasconaro.

Nel 1909 è il momento del Giro d’Italia, la cui competizione rischiò di saltare giusto quando i corridori fecero ingresso nell’Arena per il traguardo finale, travolti dall’entusiasmo degli spettatori e per sicurezza scortati dai Lancieri di Novara a cavallo. Dario Beni la spuntò su Galetti e sul varesino Luigi Ganna, primo a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della gara a tappe nazionale. Suo l’aneddoto più famoso della storia del ciclismo nazionale quando, sceso dalla bicicletta, il primo commento ‘a caldo’ fu: «Me brusa tanto el cü !». Arrivo consacrato da una celebre copertina di Achille Beltrame sulla Domenica del Corriere. Il successo dell’impianto fece pensare a ulteriori ampliamenti. Interessante, ma non realizzato, l’intento di Giuseppe De Finetti quando propose un ‘Foro Civico dello Sport’ attorno all’anfiteatro del Canonica, debitamente portato a una capienza di 100 mila spettatori.

Non solo sport ma anche musica. Nel 1979 resterà nel cuore di una generazione il tributo a Demetrio Stratos, leader degli Area, di fronte a 60 mila commossi spettatori che avevano appena appreso della morte del celebre musicista. Ci fu chi la chiamò la Woodstock italiana.

Vai al servizio: La nuova pista di atletica all’Arena Civica.