Strade Bianche: una corsa ciclistica, e molto di più

Si è svolta nello scorso week-end la competizione ciclistica che attraversa le campagne senesi su lunghi tratti di strade sterrate: sabato la gara ufficiale, domenica la Gran Fondo aperta a 5.000 amatori. Sport, paesaggio e cultura coinvolgono lo spettatore, anche davanti alla TV.

(ph. William Perugini / Shutterstock)

Se il Giro d’Italia è sempre stato caro al pubblico perché porta lo sport e i suoi campioni nelle strade e nei paesi che sono gli ambienti quotidiani di tutti, una corsa speciale come la Strade Bianche ha per chi la segue un fascino speciale (un po’ come certe tappe di montagna del Giro).

Già il nome è evocativo: abbandonata l’iniziale denominazione “Monte Paschi Eroica”, parlare di “strade bianche” ti manda subito un sentore di campagna, quella lontana dal traffico e dall’asfalto, quella dove correre significa sollevare una nuvola di polvere, e di fango se piove (quest’anno, solo polvere).

E per di più, le “strade bianche” sono quelle della celebratissima campagna toscana, anzi specificamente del senese, dove esse serpeggiano tra filari di cipressi, vigne, crete, colli coltivati a rittochino, casolari da “mulino bianco” o “speriamo che sia femmina”.

Quanto di più lontano dal sussiego dell’impianto sportivo, dove o sei dentro o sei fuori.

E come per il Giro, la televisione porta oggi in casa quei paesaggi, quella polvere, quella fatica un po’ antiquata, anche a chi non è lì, in Toscana.

Come per il Giro, si sentono nomi di località, si vedono scorrere cartelli indicatori che ci ricordano storie già sentite, luoghi forse visitati, forse raccontati; paesaggi comunque che sono stranoti anche a chi non c’è mai stato.

Perdonate se non stiamo parlando di ciclisti e di campioni: come sapete, le nostre testate si occupano dei luoghi in cui si svolge l’attività sportiva (e ricreativa), e in questo caso la campagna senese è il nostro “impianto sportivo”. Per completezza dell’informazione, comunque, in fondo all’articolo riportiamo i nomi e “rubiamo” ad altri siti le immagini dei due vincitori, che hanno anche dei volti molto simpatici.

Per restare sul piano tecnico, diremo che la “Strade Bianche”, organizzata dalla Gazzetta dello Sport, si svolge da 13 anni, e dal 2017 fa parte del calendario mondiale (UCI World Tour). Dal 2015 la gara maschile è affiancata da una prova femminile inclusa nel Women’s World Tour, di 50 km più corta.

Se l’arrivo è sempre stato in Piazza del Campo a Siena, la partenza per 7 anni è stata stabilita a Gaiole in Chianti, poi a San Gimignano e infine nella stessa Siena.

Il percorso di quest’anno, lungo 184 km, prevedeva 11 tratti sterrati (8 nel circuito femminile), per un totale di 63 km senza asfalto. Il tratto più impegnativo era quello tra Asciano e Castelnuovo Berardenga, di 11,5 km, che abbiamo ripreso in questa gallery dalla diretta televisiva di Rai2.

Su un percorso in parte uguale, nella giornata di domenica, si è corsa la Gran Fondo, con l‘iscrizione di ben 5.000 partenti.

Solo polvere quest’anno, dicevamo, mentre nel 2018 furono la pioggia e il fango a dominare la scena. “È un monumento al ciclismo epico in tempi moderni”, scrive Luca Gialanella della Gazzetta nella “Guida ufficiale”. Ma è anche storia, cultura, arte, per le memorie che suscita attraverso i luoghi che ne sono teatro. E per i cicloamatori invogliati a seguirne le orme, alla scoperta del territorio si affiancherà senza dubbio il piacere eno-gastronomico delle eccellenze toscane.

Ed ecco i vincitori 2019 della corsa maschile, il francese Julian Alaphilippe della squadra Deceunick – Quick-Step, e di quella femminile, l’olandese Annemiek van Vleuten della Mitchelton – Scott.