Molti impianti natatori si stanno rinnovando con l’inserimento di spray park e giochi d’acqua accanto alle vasche agonistiche: nello Speciale di Tsport 338 uno sguardo sull’acquaticità oltre lo sport.
Le molte trasformazioni della piscina: dal nuoto, al gioco, al benessere
(Parco Dushambe, Tajikistan, foto Acquapark Srl).
C’era una volta l’impianto sportivo: e c’è ancora, naturalmente. Gli impianti espressamente dedicati allo sport del nuoto sono in Italia circa 6.000, la metà dei quali all’aperto e la metà al chiuso. Quelli omologati dalla FIN (Federazione Italiana Nuoto) sono circa il 30%.
Si tratta in prevalenza di impianti pubblici, che richiedono una gestione onerosa e spesso – per quelli di meno recente costruzione – sono inadeguati dal punto di vista impiantistico e anche strutturale. I progetti di ammodernamento e/o di efficientamento energetico degli impianti esistenti, programmati o varati, pertanto non sono pochi, come vediamo in questo servizio per un intervento di riqualificazione particolarmente complesso portato a termine di recente nel Comune di Imperia.
In generale, però, l’entità degli investimenti che la pubblica amministrazione, proprietaria degli impianti, può permettersi, è tale che il sistema dei centri natatori sportivi stenta per il momento a rinnovarsi.
Per affrontare investimenti di maggior impegno, la strada maestra in questo momento è invece quella del partenariato pubblico-privato, dove la spinta al rinnovo è supportata da programmi di sviluppo che allargano l’orizzonte dell’utenza sportiva coinvolgendo le famiglie come fruitori dell’impianto anche in senso ludico.
Ecco allora nascere gli impianti misti che offrono, insieme alla vasca agonistica, vasche informali che si avvicinano al tema dell’acquapark.
Come si vedrà nell’esempio delle vasche annesse al PalaLancia di Chivasso (in questo articolo), l’inserimento di specchi d’acqua arricchiti da scivoli e giochi di vario tipo, accanto alla piscina classica, costituisce la massima diversificazione rispetto allo stato preesistente; è del resto la stessa strada percorsa dal parco Bacchelli di Ferrara (che abbiamo illustrato in questo servizio), ma è del tutto analogo il tema di altri project financing in corso, come quello di Seregno (MB) di cui abbiamo dato un’anticipazione in questo articolo.
Si riproducono così in ampiezza più limitata le possibilità di divertimento offerte dai grandi parchi acquatici, quelli che nella scorsa stagione estiva hanno maggiormente sofferto delle restrizioni sanitarie, rinunciando spesso del tutto ad aprire per la prevedibile mancanza di ospiti soprattutto stranieri.
Parte invece da tutt’altra direzione il concetto della vasca come luogo di salute e benessere: in questo caso l’impianto è abbinato a tutta una serie di prestazioni collaterali, di cui la piscina è solo la parte più appariscente. I centri benessere sono complementari a strutture turistiche e ricettive come nel caso di Portopiccolo (che avevamo già presentato su queste pagine ma che in questo articolo approfondiamo negli aspetti costruttivi), o vivere di vita propria come avverrà per il progetto di Milano sul luogo delle dismesse scuderie De Montel, occasione anche di rigenerazione urbana (in questo articolo).