Speciale Acqua – Parte 5: Altri temi intorno all’acqua. La piscina privata, il deep diving, gli sport inusuali

Concludiamo la rassegna sugli impianti natatori raccogliendo alcuni temi finora non trattati, a cominciare dalla piscina privata. Ma c’è anche qualche curiosità

(Beverly Hills, California – Google Earth)

Vai alla Parte 1: ieri e oggi. La piscina tra storia e norme

Vai alla Parte 2: Rassegna. Forme, materiali e accessori nel progetto delle piscine

Vai alla Parte 3: Dal parco acquatico alle terme

Vai alla Parte 4: La piscina accessibile e la piscina terapeutica

Le piscine private

Dai dati che pubblicava Assopiscine nel 2017 in Italia risultava una presenza di 430.000 piscine private, contro i 2 milioni di installazioni in Francia, e più di 1 milione in Spagna e in Germania. Da noi, sono diffuse nelle abitazioni private (spesso “seconde case”) intorno ai laghi lombardi, in Toscana e in Lazio.

 Soiano del lago ok

A Soiano del Lago (Brescia), sulle colline del Garda, in un’area spot di 1000×600 metri si contano 64 piscine

 

Come spesso accade nel nostro Paese, leggi e norme diventano di difficile interpretazione quando si scende nel particolare. Se abbiamo parlato dell’accordo Stato-Regioni (il quale già di per sé non è cogente), le relative disposizioni non si applicano alla piscina privata, se è utilizzata esclusivamente nell’ambito familiare. La stessa identica piscina, invece, rientra nelle norme dell’accordo se è asservita a una casa vacanze, affittacamere, condominio, ecc, nel qual caso è considerata “ad uso collettivo”.

Seguire però le norme tecniche UNI, prodotte anche per le piscine private, consente di garantire adeguati standard di sicurezza. Sono di rilievo, in particolare, le norme UNI-EN 16582 e 16713, pubblicate lo scorso anno.

La EN 16582 determina i requisiti strutturali, comprensivi di verifica della resistenza alla corrosione se realizzate in metallo, e di sistemi di sicurezza per evitare l’ingresso non vigilato dei bambini sotto i cinque anni.

La EN 16713 si occupa, invece, della sicurezza all’interno della vasca, e in particolare delle prese di fondo, un tema attuale dopo gli incidenti mortali verificatisi la scorsa estate in piscine annesse ad alberghi. I contenuti della direttiva sono molto simili tra le piscine pubbliche e quelle private; in particolare, sono previsti dei test che scongiurino l’intrappolamento dei capelli in queste prese.

Le prese di fondo hanno il precipuo scopo di essere utilizzate per le manovre tecniche, ovvero quelle deputate al filtraggio durante il riempimento di una piscina domestica interrata. La loro posizione si trova nel punto gravitazionale più in basso. Da ciò si deduce l’importanza di un controllo regolare ed accurato sulle stesse, per ovviare anche a possibili piccoli o gravi incidenti qualora non fossero perfettamente chiuse oppure adeguatamente funzionanti.

La revisione di tale norma, EN 16713-2, delibera che tutto ciò che concerne le prese di fondo debba essere chiarito nella fase iniziale del preventivo, durante il collaudo, fino alla consegna definitiva della vasca. Perchè si rispetti quanto previsto, nelle piscine private, il sistema di scarico deve essere obbligatoriamente fornito di metodi anti-intrappolamento.

Uno dei test previsti, nella terza parte della EN 16713, riguarda infine il trattamento chimico dell’acqua in piscina, dando dei limiti per l’uso del cloro, come già avviene nelle piscine pubbliche. Non sono invece fissati a priori la grandezza ed il numero dei filtri o delle pompe, lasciando invariato il tempo minimo di ricircolo già basato sulle otto ore.

 

Il deep diving: Y-40

Un impianto per il diving alimentato con acqua termale: aperta nel 2014, Y-40® è anche, attualmente, la piscina più profonda del mondo, raggiungendo i 42,15 metri; un progetto e una realizzazione completamente italiani nati dall’idea dell’Architetto Emanuele Boaretto e della Boaretto Group, con il contributo di professionisti di alto profilo, esperti nelle varie discipline subacquee.

Y-40® può vantare uno specchio d’acqua che misura 21x18m, dispone di quattro grotte per attività subacquee speleonautiche e tecniche ed contempla un volume d’acqua termale di 4.300 mc; l’acqua è mantenuta ad una temperatura tra 32 e 34°C, così da permettere di immergersi e nuotare in costume da bagno senza dover indossare la muta.

Il sistema degli impianti che alimentano la vasca è visibile liberamente da parte dei visitatori, che possono anche percorrere il tunnel sospeso lungo 13 metri, immerso nell’acqua e trasparente; i quattro filtri, per una portata totale di 720 mc/ora, affacciati sulla sala meeting, garantiscono una visibilità totale fino agli oltre 40 metri di profondità.

Una particolarità ingegneristica è data dalla struttura portante della copertura, realizzata con quattro travi di 29,83 m di lunghezza, alte 1,15 m  con sezione di larghezza 70 cm, dotate di sponde metalliche per il contenimento del getto e del  peso di circa 20 tonnellate ciascuna, realizzate con un sistema costruttivo di nuova generazione, sismoresistente e brevettato, che consente un a semplificazione nella cantierizzazione e una riduzione dei tempi di posa rispetto al prefabbricato tradizionale.

La piscina è all’interno della proprietà dell’Hotel Terme Millepini di Montegrotto Terme (Pd), un hotel quattro stelle con piscine termali e SPA, che ne arricchisce i servizi e l’offerta già presenti; la struttura è frequentata ogni anno da 100.000 persone, tra subacquei e semplici visitatori.

 

Altri progetti in Europa

Si fa a gara per battere il record detenuto dalla vasca di Montegrotto Terme.

Fino al 2014 il primato apparteneva a Nemo 33, creata da John Beernaerts a Uccle, in Belgio. Aperta nel 2004, si serve di acqua pompata direttamente dalle falde sotterranee. La vasca ha una dimensione di 20 metri per 16; il fondale è però articolato in cinque diverse piattaforme la cui profondità è adatta a diversi livelli di esperienza del sommozzatore. Per i principianti, vi è un fondale a 1,30 metri; una porzione è collocata a 2,50, ed una prima fossa a 5 metri. Vi è quindi una fossa che raggiunge i 10 metri e un ultimo “pozzo” che scende fino a meno 33. Il volume d’acqua complessivo è di 2.500 metri cubi, la cui temperatura è mantenuta a 33°.

Ricordiamo poi che nel 2011 un gruppo di giovani in collaborazione con l’Università dell’Insubria proponeva un progetto – denominato Orca 50 – per una vasca di immersione profonda da 50 metri, realizzabile sfruttando una cava esistente nel milanese: il progetto consentiva loro di accedere all’”incubatore di imprese” supportato dalla Camera di Commercio di Como.

È però notizia recente che a Msxczonów, a sud di Varsavia (Polonia), aprirà in autunno la Deepspot: una vasca da 45 metri di profondità, dotata anch’essa di un tunnel di vetro che permetterà ai visitatori un’esperienza all’asciutto. La struttura conterrà circa 8.000 metri cubi di acqua.

Infine, è in costruzione nel regno unito una ulteriore piscina, che raggiungerà i 50 metri di profondità: la “Blue Abyss”, nei pressi di Colchester, dovrebbe essere pronta nel 2020. Con una capacità di 42.000 metri cubi d’acqua, è pensata anche per attività di ricerca aerospaziale: abbastanza ampia da consentire di testare i veicoli telecomandati (ROV) permetterà ai futuri astronauti di sperimentare l’operatività dei moduli che formano parte della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) su repliche in scala reale, grazie anche alla sala video ad alta definizione per la supervisione della piscina.

Il progetto Blue Abyss è presentato in questo video:

 

Gli altri sport

Gli sport olimpici praticati in acqua sono noti a tutti: nuoto, nuoto sincronizzato, pallanuoto, tuffi, canottaggio, canoa/kayak, canoa discesa, vela, windsurf.

Possono non destare meraviglia altri sport ufficiali, alcuni dei quali sono presenti nel programma degli World Games, benchè non siano usuali: ad esempio il Finswimming (Nuoto pinnato), o il Wakeboard (sci nautico su tavola).

Ma la lista degli sport acquatici comprende anche discipline a volte impensabili.

Dal finswimming (che vanta un campionato del mondo a partire dal 1976) derivano il finswimming ball (pallanuoto con le pinne), e il finswimming basket; mentre il primo è intuitivamente analogo alla pallanuoto, quest’ultimo va immaginato con l’utilizzo di canestri galleggianti in luogo delle porte.

I più sorprendenti sono però gli sport subacquei, che rasentano spesso la qualifica di sport estremi.

Il football subacqueo (nato negli anni ’60) si gioca in piscina con equipaggiamento da snorkeling, e il giocatore può emergere dall’acqua solo se non è in possesso di palla. L’ampiezza del campo da delimitare è di 10 metri per 15, con 4 metri di profondità.

Simile a questo è il rugby subacqueo, dove il pallone ha, ovviamente, forma ovale. Va specificato che i palloni per i giochi sott’acqua sono riempiti di acqua salata, in modo che, rilasciati, tendano ad affondare con una velocità compresa tra 1 e 1,25 metri al secondo.

Il Rugby Subacqueo viene giocato in piscine profonde dai 3,5 ai 5 metri e le cui dimensioni variano dagli 8-12 metri di larghezza per 12-18 metri di lunghezza. Nelle vasche natatorie da 25 metri, con il fondale variabile, il campo è ricavato quindi nella parte più profonda. A lato del campo viene lasciata una corsia di 1-2 metri per permettere ai giocatori di fare i cambi tuffandosi dall’area della panchina.

Più singolare l’hockey subacqueo, che richiede una piccola mazza di materiale galleggiante e un dischetto metallico rivestito di plastica del peso di 1.300 grammi, simile a quello usato per l’hockey su ghiaccio. Si gioca in piscine da 25 metri con una profondità tra 1,80 e 3 metri, e le porte sono ovviamente adagiate sul fondo.

Vogliamo concludere però la rassegna accennando all’underwater ice hockey: questo è un vero sport estremo, inventato in Austria, che va giocato (avete indovinato?) a testa in giù sotto la superficie di uno specchio d’acqua ghiacciato… I partecipanti indossano maschere subacquee, pinne e mute e usano la parte inferiore della superficie ghiacciata come area di gioco per un disco galleggiante. Non si utilizzano apparecchi respiratori, ma ogni 30 secondi si emerge attraverso appositi fori nel ghiaccio.

UV-rugby

La Confédération mondiale des activités subaquatiques (CMAS) (Confederazione mondiale delle attività subacquee) è la confederazione internazionale, riconosciuta dal CIO, che raggruppa alcune federazioni nazionali di attività subacquee.

La Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee (FIPSAS), già Federazione Italiana Pesca Sportiva (FIPS), è l’associazione italiana che ha per fine la pratica della pesca sportiva, in mare e in acqua dolce, delle attività subacquee e delle attività agonistiche e amatoriali praticate con l’ausilio di pinne.

È membro fondatore della CIPS (Confédération internationale de la pêche sportive) e della CMAS.