Speciale outdoor – Rigenerazione dell’ex area ferroviaria del Nervia a Ventimiglia

Nel Comune di Ventimiglia, in provincia di Imperia, è stato realizzato il progetto di rigenerazione dell’ex-area ferroviaria del Nervia, sulla sponda destra della foce del torrente, con la passerella ciclabile e pedonale che uniscr le due sponde del torrente, collegando il territorio di Ventimiglia con quello di Camporosso. L’intervento, realizzato pochi anni fa, è stato…

Nel Comune di Ventimiglia, in provincia di Imperia, è stato realizzato il progetto di rigenerazione dell’ex-area ferroviaria del Nervia, sulla sponda destra della foce del torrente, con la passerella ciclabile e pedonale che uniscr le due sponde del torrente, collegando il territorio di Ventimiglia con quello di Camporosso.

L’intervento, realizzato pochi anni fa, è stato uno dei progetti al centro dell’incontro “I luoghi per lo sport” organizzato a Torino il 22 maggio scorso da Etica e Sport, IN/Arch Piemonte e il Politecnico di Torino e coordinato da Tsport / Sport&Impianti: un intervento di qualità paesaggistica che ha recuperato il sedime della ferrovia dismessa ed altre aree sul waterfront dei Comuni di Ventimiglia e Camporosso, inclusa la passerella ciclopedonale sul torrente Nervia.

Planimetria generale di progetto; con i numeri da 1 a 5 sono contrassegnati gli interventi di protezione; da 5 a 9 di riqualificazione; da 10 a 14 di valorizzazione, da 15 a 20 di mitigazione. A destra, ortofoto dell’area di intervento tra la torre piezometrica e la piattaforma circolare di rotazione delle locomotive. In basso, sezione dell’area tra questi due elementi recuperati.

L’ambito di intervento è denso di vincoli di tipo architettonico, archeologico, idraulico, paesaggistico (è uno dei pochi SIC della Val Nervia) ed infine si colloca a ridosso dell’area dell’Oasi del Nervia.

L’Oasi del Nervia è un’area faunistica della provincia di Imperia compresa nel territorio comunale dei due comuni rivieraschi sopra citati. È la parte terminale di un SIC (Sito di Importanza Comunitaria), definita anche come “Zona Speciale di Conservazione Torrente Nervia”, inserita nella rete Natura 2000 creata dall’Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati membri. Inserita nella piana del torrente Nervia, l’oasi ha una superficie complessiva di 60.000 mq² mentre il SIC tutela 40 ettari.

Proprio questo delicato sistema di vincoli ha determinato la scelta di superare il precedente progetto di un ponte veicolare posto alla foce del Nervia, della lunghezza di circa 300 m, che avrebbe danneggiato l’Oasi ed i waterfront dei due Comuni (avrebbe infatti aumentato il traffico veicolare a discapito dell’uso pedonale dei lungomare), con la proposta di una passerella a circa 300 m dalla linea della costa, esclusivamente pedonale e ciclabile.

Pianta e ortofoto della passerella ciclopedonale.

Questa viene a connettere i due Comuni coinvolti nel progetto finanziato con Fondi POR-FESR (intervento di circa 5 milioni di euro) includendo aree dismesse, tra cui una ex area ferroviaria (compresa la ex torre piezometrica), e le sponde del torrente dove prevedere esclusivamente dei percorsi ciclabili e pedonali distinti per praticare lo sport all’aperto; il nuovo intervento (circa 3,5 Km. di pista ciclabile) va poi ad inserirsi nel sistema più complesso della ciclovia Tirrenica che parte da Ventimiglia e arriva a Roma.

Il progetto di rigenerazione dell’ex area ferroviaria del Nervia a Ventimiglia

Nello specifico, l’intervento riguarda la trasformazione di una porzione di ex area ferroviaria dismessa in percorso ciclabile (e pedonale) e cerca di ridisegnare un ampio spazio pubblico “multifunzionale” ad uso di chi vuole praticare lo sport all’aperto, sia con la bici, sia con la corsa, sia per praticare manifestazioni di yoga, spinning e sport vari da parte delle Associazioni del territorio.

Il progetto di rigenerazione a Ventimiglia persegue quindi il recupero e la valorizzazione degli elementi della memoria ferroviaria ancora presenti nel luogo: i binari, la pesa pubblica, la rotatoria delle locomotive, i segnali e pali dell’illuminazione pubblica, infine la torre piezometrica, che diventa accessibile e posto ideale dove contemplare il paesaggio dell’oasi del Torrente Nervia e dei monti della Valle Nervia che si percepiscono dalla sua sommità.

La nuova area ferroviaria diventa quindi un nodo di congiungimento tra l’area archeologica a nord di Albintimilium, raggiungibile a piedi o in bici, il lungomare di Ventimiglia (anche questo interessato da un percorso di circa 1,5 km di percorso pedonale e ciclabile), e, attraverso la passerella del Nervia, i percorsi ciclabili e pedonali realizzati nel Comune di Camporosso sia in sponda destra verso la Val Nervia, sia verso il lungomare. Tutti i percorsi risultano sempre separati da vegetazione ed alberature e mai promiscui, proprio per garantire la sicurezza dei pedoni rispetto ai ciclisti che ormai frequentano in gran numero quel contesto di territorio.

Un grande parco lineare che vede nell’area ferroviaria un punto centrale dove ampie zone di sosta, dotate di panchine / pedane, consentono agli amanti dello sport di poter godere tutto l’anno di un luogo privilegiato totalmente soleggiato a parte alcune zone ombrose create lungo il percorso pedonale.

La passerella pedonale e ciclabile tra Ventimiglia e Camporosso nel progetto di rigenerazione

La passerella, ciclabile e pedonale, collega i Comuni di Ventimiglia e Camporosso al Mare collocati ai lati del Torrente Nervia e sul bordo del Mar Ligure in un contesto naturalistico e paesaggistico unico.

Con il suo sviluppo di circa 120 metri, una larghezza variabile dai 3 ai 5,5 m, costituisce il punto più importante della nuova Ciclovia Pelagos (della lunghezza di circa 12 km).

Rappresenta un importante elemento di connessione pedonale di nuovi spazi pubblici ottenuti nell’ex scalo ferroviario in sponda destra del torrente Nervia (Comune di Ventimiglia) e lungo la via Dante in sponda sinistra (Comune di Camporosso al Mare) con il progetto di rigenerazione.

È altresì un luogo, uno spazio pubblico, uno slargo, una piazza allungata e deformata (simile a quelle presenti nei centri storici liguri), dove sostare ed osservare il paesaggio che la circonda: il paesaggio montano e marino dell’ultima vallata dell’Italia prima della Francia; il paesaggio della Valle Nervia con le sue montagne di circa 2.000 metri ed il suo sbocco nel mar Ligure; il paesaggio dell’Oasi naturalistica del torrente Nervia, con le 160 specie botaniche catalogate e 140 specie di volatili che continuano a vivere in un habitat naturale incontaminato.

A sinistra, prospetto e sezione della torre piezometrica; a destra, sezioni della passerella in punti differenti.

È con questo specifico paesaggio, caratterizzato dall’acqua del torrente e del mare, dagli alberi di importanti dimensioni tutelati, dei colori del canneto estivo e invernale, della terra delle sponde, che la nuova passerella si confronta e si inserisce, cercando in parte di confondersi e comunque di appartenere.

La forma irregolare, in pianta e sezione, risponde a esigenze strutturali di riduzione dell’altezza delle travi di bordo. I parapetti laterali con forma ed altezze irregolari (dai 120 ai 180 cm) si elevano in prossimità delle zone più sensibili dell’Oasi naturalistica. Tagli irregolari nel parapetto permettono di contemplare, dentro piccoli quadri, il paesaggio della Valle Nervia e quindi dell’Oasi a ridosso della passerella.

La struttura è semplice: due spalle e due pile, di cui una inclinata. Travi di bordo in acciaio corten di circa 170 cm e della lunghezza di 40 m inserite all’interno di un rivestimento interno di legno (in alcuni casi interrotto da parapetti multicolorati di acciaio verniciato). Un rivestimento esterno costituito, appunto, da parapetti di acciaio e carter di chiusura costituito da una lamiera forata in acciaio corten.

Il pavimento è realizzato con asfalto “trasparente o albino” composto da inerti di una cava locale di colore bianco/beige. Le pile in cemento armato sono “scavate” per accogliere nidi di volatili e quindi per riuscire in parte a damaterializzarsi e perdere massa volumetrica.

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