L’atletica leggera oggi: intervista a Gianni Mauri (FIDAL Lombardia)

Gli impianti di atletica leggera in Italia stanno vivendo una stagione di rinnovamento. Lo Speciale di Tsport 339 ne traccia la storia e ne fotografa la situazione presente e futura; con un’intervista a Gianni Mauri parliamo dell’impiantistica allo stato attuale, a partire dalla Lombardia.

Treviglio (Bergamo). Tutte le immagini sono di proprietà di Tsport/Sport&Impianti.

Giovanni Mauri, Presidente del Comitato Regionale Lombardo della FIDAL dal 2016, brianzolo, giornalista, commentatore sportivo e speaker delle più importanti manifestazioni di atletica italiane, è stato tecnico federale della marcia, pioniere della marcia femminile in Italia a partire dal 1978 con Pietro Pastorini, responsabile della squadra femminile nazionale negli anni ’90; ha allenato il campione italiano Pietro Fiorini.

Negli ultimi anni è aumentato notevolmente il numero dei lavori di rinnovamento delle piste di atletica leggera in Italia, e molti cantieri si stanno ancora aprendo. Si può parlare di un’inversione di tendenza rispetto ai primi anni dieci quando gli interventi parevano in netta diminuzione?

Sicuramente si, nel caso della nostra regione abbiamo numeri importanti e sono molto grato alle Amministrazioni Comunali e alle Istituzioni per quanto hanno fatto per l’Atletica Leggera. Indicativamente nel corso degli ultimi 4 anni in Lombardia sono state risistemate circa 40 piste (alcune sono nuovi impianti, la maggioranza sono rifacimenti). Sono numeri importanti e che sono stati ottenuti anche grazie all’opera continua di sensibilizzazione sulle Amministrazioni Comunali (unitamente alle società di atletica locali e ai comitati provinciali) e grazie al lavoro dell’Ufficio Impianti di Fidal Nazionale. Si può parlare certamente di una inversione di tendenza, inversione che sarà completa quando, laddove possibile, soprattutto nelle grandi città si porrà mano seriamente alla problematica degli impianti indoor (attualmente in Italia abbiamo solo due anelli indoor da 200 metri, Ancona e Padova oltre a impianti indoor parziali).

Come è cambiata da parte delle amministrazioni proprietarie, e delle associazioni che gestiscono gli impianti, la sensibilità nei confronti della disciplina dell’atletica e quindi della necessità di investire, in tutti i sensi, sugli impianti?

Il quadro è molto variegato e complesso, ancor di più oggi in fase pandemica e post pandemica, con risorse estremamente limitate. Vi sono situazioni completamente diverse e sensibilità diverse lungo la penisola; da impianti perfettamente tenuti (ed utilizzati a pieno regime per gare ed allenamenti) ad altri (e sono molti) in stato di completo degrado ed abbandono. Ancora di più alla luce della progettualità che andrà attivata in fase post pandemica (piano Salute, attività sportive scolastiche, attività motorie per tutte le fasce di età, centri tecnici di preparazione, etc) servirà un grande sforzo delle Istituzioni per riportare a nuova vita le strutture degradate. Personalmente credo molto anche nei mini-impianti di atletica, sono ottime soluzioni soprattutto nelle vicinanze delle strutture scolastiche. Ritengo comunque che questa sensibilità vada ulteriormente sostenuta con bandi ad hoc; in tal senso sul rifacimento piste fu pregevole quanto attuato da Regione Lombardia alcuni anni fa, bando che permise di sostenere il rifacimento di molteplici impianti. È una necessità investire sullo sport, in primis come “medicina Salute” e a seguire per l’avviamento allo sport e l’avvio verso l’atletica di livello.

Il sito della Fidal conta in Lombardia ben 549 società sportive delle 2753 registrate in tutta Italia. La dotazione degli impianti in Regione è all’altezza delle aspettative di così tanti praticanti?

Il quadro è in chiaro-scuro; il numero delle nostre società è in lieve aumento mentre, attualmente, in fase pandemica, il numero dei nostri tesserati è attualmente del 30% in meno rispetto al nostro standard. Una flessione che è essenzialmente determinata dal “non tesseramento” dei senior master (fasce di età dai 35 anni in su) mentre con i giovani, nonostante il lockdown, abbiamo numeri interessanti dai corsi di atletica in su, forti di essere stati una delle prime Federazioni ad avere protocolli specifici e sicuri. Non ci siamo mai fermati, con un grande sforzo organizzativo abbiamo svolto tutta l’attività sia nel 2020 che quest’anno (in Lombardia nei primi 5 mesi abbiamo già fatto oltre 150 manifestazioni agonistiche con punte di 7.000 atleti gara in un week end!). Per rispondere nel merito alla vostra domanda ritengo che la dotazione di piste possa essere migliorata ed ottimizzata curando in particolar modo la ristrutturazione dei vecchi impianti esistenti.

La pandemia che da un anno e mezzo limita le attività e i movimenti dei cittadini come ha inciso sulla vita delle società sportive e sulla preparazione degli atleti?

Come dicevo prima non ci siamo mai fermati e su questo debbo un ringraziamento sentito alle Istituzioni (che ci hanno sempre compreso e sostenuto) e al gruppo di lavoro del Comitato Regionale e delle nostre società. La pandemia ha influito in modo diverso sui nostri atleti. Poco o nulla sugli atleti di alto livello e i giovani di interesse che hanno potuto svolgere normalmente la loro preparazione, in maniera significativa sui settori giovani e sugli atleti senior masters che hanno subito pesanti limitazioni. Attualmente stiamo facendo un grande sforzo per “produrre attività” e riusciamo a organizzare (per le diverse fasce di età) anche 12-13 manifestazioni agonistiche ogni week end cercando di valorizzare tutte le piste disponibili sui territori.

I successi in campo agonistico sono sempre di richiamo per suscitare l’interesse del pubblico e quindi per ravvivare lo “sport per tutti”. Quali aspettative ci sono per il prossimo futuro?

Il quadro attuale è complesso, la pandemia lascia grosse ferite (in perdite umane) ma anche nel tessuto sociale, economico, a livello psicologico e motivazionale; la sfida che abbiamo davanti è grande. Ma sono ottimista e vedo (e i risultati agonistici di questa prima parte della stagione lo confermano) una Atletica Italiana (e ancor più quella Lombarda) in buona salute e sono certo che, se sapremo valorizzare al meglio questa sfida e sfruttare il traino promozionale delle Olimpiadi, il 2022 sarà ancor di più positivo!

Questo articolo fa parte dello Speciale Atletica pubblicato su Tsport 339: vedi gli “articoli correlati” nella colonna a destra.