Andar sul ghiaccio (in Italia, e oltre)

Speciale Ghiaccio 2020: 1- Introduzione
Il reportage pubblicato nel n. 335 di Tsport ritorna sul tema degli impianti sportivi dedicati al ghiaccio, con un’attenzione particolare a quello che lasciano in eredità i Giochi Olimpici Invernali alle città ospitanti.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 335
Carolina Kostner sul ghiaccio di Gangneung durante le Olimpiadi invernali 2018 (foto Leonard Zhukovsky / Shutterstock).

Gli sport sul ghiaccio non sono in cima alle preferenze degli italiani, anche se sotto Natale tanti si divertono a pattinare sulle piste temporanee allestite in città; ma chi non è rimasto affascinato almeno una volta dai volteggi della nostra Carolina Kostner?

Nello Speciale Ghiaccio pubblicato su Tsport 335 ci occupiamo soprattutto dei grandi impianti, i palaghiaccio, ma non solo: il tema degli sport invernali è vasto e tocca l’impiantistica a più livelli, dal ghiaccio sintetico all’impianto di risalita.

Nella seconda parte dello “Speciale” guardiamo in particolare all’eredità che lasciano i Giochi Olimpici invernali nei Paesi ospitanti, attraverso gli impianti del ghiaccio che restano o che si trasformano in contenitori per mille altre attività.

Vai agli altri articoli dello Speciale Ghiaccio 2020:

2 – Le piste natalizie e l’Ice Rink by the Sea

3 – Il ghiaccio sintetico: Santo Stefano d’Aveto

4 – Non solo ghiaccio: gli impianti di risalita nelle Dolomiti trentine

5 – Da Torino 2006 a Milano-Cortina 2026: vent’anni di Winter Olympics

6 – Torino 2006

7 – Vancouver 2010

8 – Sochi 2014 e PyeongChang 2018

9 – Pechino 2022

10 – Milano-Cortina 2026

Milano, pist temporanea in piazza Gae Aulenti, inverno 2019-20 (foto BG).
Milano, pista temporanea in piazza Gae Aulenti, inverno 2019-20 (foto BG).

Gli italiani praticano volentieri gli sport su ghiaccio?

Per capire qual è lo stato di salute degli impianti sportivi dedicati a questo tipo di attività, guardiamo le statistiche raccolte dal CONI (i dati più completi si riferiscono all’anno 2017).

Stimando la diffusione degli sport attraverso il numero di atleti tesserati delle Federazioni Sportive e delle Discipline Sportive Associate, gli sport del ghiaccio compaiono fra le prime cinque discipline solo nella Provincia di Bolzano.

In particolare, alla FISG (Federazione Italiana Sport Ghiaccio) fanno capo l’hockey, il curling, il pattinaggio artistico, danza e sincronizzato, lo short track, la pista lunga (velocità), il meno noto stock sport, oltre agli sport paralimpici del para ice hockey e del wheelchair curling.

Sempre con riferimento al 2017, la FISG contava 268 società sportive (su un totale di 58.949, quindi lo 0,5%), con un totale di 13.566 atleti tesserati (su 4.443.458, pari allo 0,3%).

Se è vero che non necessariamente la proporzione tra gli sportivi per diletto debba corrispondere a quella degli atleti tesserati, non deve comunque meravigliare che gli impianti sportivi permanenti dedicati al ghiaccio abbiano una diffusione limitata ad alcune aree geografiche, e quelli che tentano di decollare al di fuori delle regioni “fredde” – spinti magari dall’interesse natalizio per le piste di ghiaccio provvisorie – si arrendono spesso agli elevati costi di gestione.

Sondrio, pista temporanea in piazza Garibaldi, inverno 2019-20 (foto BG).
Sondrio, pista temporanea in piazza Garibaldi, inverno 2019-20 (foto BG).

Le tre Venezie

La lista, non esaustiva, dei palazzi del ghiaccio aperti ed efficienti in Italia vede senz’altro in testa il Trentino Alto Adige, dove non c’è località turistica che ne sia priva. A Brunico è in corso la realizzazione di un nuovo impianto che, su una superficie di 9.968 metri quadrati, sarà pronto nel 2021, con un costo di circa 17 milioni di Euro; il progetto architettonico è di CEZ Calderan e Zanovello Architetti, la progettazione strutturale di Herbert Mair e la progettazione impiantistica di M&N Plancosnulting.

Alcuni impianti, come quello di Folgaria (Trento), hanno un’offerta multisportiva, affiancando alla pista del ghiaccio la piscina, la palestra per il basket, l’area fitness.

Il vicino Veneto offre importanti palaghiaccio nelle Dolomiti, dallo stadio olimpico di Cortina d’Ampezzo, a quello di Alleghe, legati alla storia delle rispettive società di hockey, al palaghiaccio di Feltre che  – attraverso il Fondo per i Comuni di Confine –  sarà prossimamente adeguato ai più recenti standard di sicurezza e di efficienza energetica con una spesa di 1,5 milioni di euro.

Palaghiaccio di Folgaria, rendering (da Tsport 236).
Palaghiaccio di Folgaria, rendering (da Tsport 236).

Sempre in Veneto non va dimenticato, sull’altipiano di Asiago, l’Hodegart, casa dell’Asiago Hockey, così come il vicino PalaRobaan, a Roana: insieme i due impianti hanno ospitato i mondiali di hockey in-line del 2016.

Dopo aver osservato che anche a Padova esiste un palaghiaccio all’interno del Centro Sportivo Plebiscito, non possiamo omettere di ricordare (ne parlammo anche lo scorso anno) che il frequentato palazzetto del ghiaccio di Belluno, realizzato per le Universiadi del 1985, sia stato chiuso nel 2002 e sostituito da un parquet multisport. Non mancano tuttora le pressioni perché l’impianto possa essere nuovamente rimesso in funzione come pista del ghiaccio, operazione che sarebbe fattibile – riferisce Luciana Ceiner, istruttrice federale di pattinaggio – con una spesa di appena mezzo milione.

Ricordiamo poi anche il Friuli, con i palaghiaccio di Pontebba e Claut.

Lombardia, Piemonte, e il resto d’Italia

Qualche palazzo del ghiaccio lo troviamo anche in Lombardia, non solo a Bormio in quanto località sciistica, ma anche a Milano (Stadio del Ghiaccio Agorà), a Sesto San Giovanni, a Como (Palaghiaccio Casate), a Varese, a Bergamo.

Il palaghiaccio di Varese, su cui contano diverse associazioni sportive, è attualmente oggetto di un piano di ristrutturazione: l’inizio dei lavori dovrebbe essere imminente, ed è in discussione la possibilità di realizzare una pista esterna provvisoria che non si limiti al periodo di inagibilità del palazzetto, ma possa rimanere come impianto alternativo anche in seguito.

L’IceLab di Bergamo è stato realizzato e ceduto alla città dalla famiglia Pesenti, i noti industriali bergamaschi, ed è sede della omonima società sportiva IceLab. Occupa una superficie di 5.000 metri quadrati e comprende una pista regolamentare (60×30 metri) e una per gli allenamenti (35×20), entrambe destinate al pattinaggio artistico, sincronizzato e allo short-track. La struttura comprende anche un’area multiuso per ragazzi e 3 diverse palestre dedicate al fitness, agli esercizi a corpo libero e alla danza.

IceLab è stato selezionato come uno dei nove Centri di Eccellenza ISU scelti in tutto il mondo ed è inserito in un progetto pilota della durata biennale, cui dovrebbe far seguito, a partire dalla fine del 2021, una seconda fase di quattro anni destinata a implementare in maniera solida e qualificata la crescita dell’intero sistema sportivo del pattinaggio su ghiaccio.

Torino, palaghiaccio di corso Tazzoli (foto BG).
Torino, palaghiaccio di corso Tazzoli (foto BG).

Non abbiamo parlato del Piemonte, dotato di diversi impianti sia a Torino che nelle Alpi: rientra nel capitolo delle eredità lasciate dalle Olimpiadi Invernali, ne parliamo nell’articolo dedicato a Torino 2006.

In definitiva, usciti dalle regioni alpine, non ci sono in Italia altre strutture fisse: già il PalaSilver di Ferrara è attualmente chiuso, il palaghiaccio di Marino (Roma) è abbandonato e potrebbe essere trasformato in supermercato…

A Roma, un palaghiaccio (Axel) aperto nel 2010 in piazza Mancini era stato chiuso dopo cinque anni per alcuni abusi edilizi; abbandonato fino a questa estate, in agosto è stato infine demolito. Si parla di interlocuzioni tra l’Inps, proprietario dell’area, e l’Istituto per il Credito Sportivo, per un progetto con l’obiettivo di restituire alla capitale una struttura sportiva: ma dati i tempi che corrono l’idea è ancora in alto mare, e non c’è da giurare che in ogni caso tornerà effettivamente il ghiaccio.