Speciale ricostruzione – Anteprima

Ai quattro eventi sismici più violenti verificatisi nel XXI secolo corrispondono 40,58 miliardi di risorse stanziate fino ad oggi dallo Stato per la ricostruzione. Gli impianti sportivi, luogo di ricovero nel momento dell’emergenza, tornano lentamente a vivere e a sottolineare la rinascita delle comunità.

Nella foto: Arquata del Tronto, tende allestite sul campo di calcio dopo il sisma dell’ottobre 2016 (Shutterstock)

Il numero di Tsport che uscirà alla fine di aprile dedica 14 pagine alla ricostruzione a seguito degli eventi sismici che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni a partire dalla scossa del 6 aprile 2009.

Andremo a vedere, in particolare, la ricostruzione degli impianti sportivi, che hanno spesso un ruolo di primo soccorso al momento dell’emergenza, e necessitano di una rimessa in pristino per tornare ad essere luoghi di incontro e di vita.

Anticipiamo, in questo spazio, alcune pagine introduttive del servizio.

 

L’Italia, paese sismico

Non c’è bisogno di ricordarlo, la natura geolitologica dell’Italia fa sì che la maggior parte del suo territorio sia soggetta a terremoti, di intensità variabile ma non di rado elevata.

A parte la Sardegna, del tutto esente, in tutta la penisola e le isole la rete sismica nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia registra mediamente 20.000 terremoti ogni anno, con una punta di 53.000 nel solo 2016. Nel XX secolo, 7 terremoti hanno avuto una magnitudo di almeno 6.5.

Risalendo nella storia, troviamo eventi che possono essere stimati di magnitudo ancora più elevata.

In cima alla lista, con una magnitudo stimata fra 7.4 e 7.6, il terremoto della Val di Noto dell’11 marzo 1693, con epicentro nel golfo di Catania, seguito da un maremoto. L’evento sismico provocò la distruzione totale di oltre 45 centri abitati, e persero la vita almeno 60.000 persone. La città di Noto venne abbandonata e ricostruita 8 km più a valle, con le ricche architetture del barocco siciliano oggi patrimonio dell’umanità.

Ma è ancora la costa ionica della Sicilia il teatro del secondo sisma in ordine di potenza, quello di Messina del 28 dicembre 1908. Anche in questo caso vi fu un maremoto e perirono 120.000 persone.

È poi l’Appennino oggetto dei terremoti più frequenti e disastrosi: si ricorda quello di Avezzano, nel 1915, con 30.000 vittime, ma nei secoli precedenti se ne sono verificati diversi la cui energia è stimata oltre la magnitudo 7.

Se entriamo nel XXI secolo, la lista delle scosse di magnitudo uguale a o superiore a 5.0 (escludendo i terremoti verificatisi a profondità di centinaia di km nel mar Tirreno, poco avvertibili in superficie) conta 31 eventi (fino al momento in cui scriviamo).

Le quattro scosse più forti fanno capo ai quattro terremoti disastrosi, a cominciare da quello dell’Aquila (con 5 scosse tra il 6 e il 9 aprile 2009), quello dell’Emilia-Romagna (8 scosse tra il 20 e il 29 maggio 2012), e i due del 2016, il 24 agosto con epicentro nel reatino e tra il 26 e il 30 ottobre tra l’Umbria e le Marche (qui la scossa più forte del secolo, 6.5).

 

I costi della ricostruzione

L’Ufficio Valutazione Impatto del Senato (un organo tecnico impegnato a diffondere, sviluppare e potenziare la cultura della valutazione in Italia dentro il perimetro istituzionale) ha pubblicato nell’agosto scorso un dossier che “analizza le risorse finanziarie stanziate per far fronte ai tre terremoti (40,58 miliardi tra 2009 e 2047, di cui 1,8 miliardi appostati nell’ultimo anno) e ricostruisce, per l’ultimo sisma, un quadro normativo sempre più complesso e di difficile interpretazione e attuazione”.

La tabella mostra gli stanziamenti per le singole aree interessate (unificando i due terremoti di Amatrice in agosto e Norcia in ottobre del 2016), con esclusione delle risorse attribuite ai singoli enti locali per l’assegnazione degli spazi finanziari in attuazione del cosiddetto “Patto di solidarietà nazionale verticale” (7 milioni per il 2017 e 24 milioni per il 2018).

Le risorse programmate per interventi di ricostruzione pubblica avviati con ordinanze del commissario straordinario ammontano invece, alla data del report, a poco meno di 2 miliardi.

In base ai dati dell’Uvi, quasi l’85% delle risorse stanziate per i sismi di Amatrice, Pianura padana e L’Aquila è destinato alla ricostruzione, il 9% alle attività produttive, quasi il 4% alle pubbliche amministrazioni e il 2,5% a fronteggiare le emergenze. La legge di bilancio per il 2018 ha anche previsto disposizioni in materia di prevenzione del rischio sismico, mentre il decreto legge n.50 del 2017 ha stanziato 202 milioni per progettazione e acquisto di case anti-sismiche.

Problematica la lettura dei provvedimenti normativi e legislativi connessi: spiega l’Ufficio del Senato che “Si conferma anzi una tendenza significativa alla stratificazione normativa che, per l’alto livello raggiunto, appare rendere complessa l’attuazione e l’interpretazione stessa delle disposizioni, come riferito dal commissario straordinario e dai soggetti coinvolti nella ricostruzione”.

Queste le conclusioni dell’Ufficio: “I frequenti provvedimenti legislativi e la conseguente frammentazione delle risorse segnalano la necessità di migliorare la capacità di previsione delle esigenze economiche e finanziarie derivanti dagli eventi sismici. La rilevante esperienza accumulata dall’Italia nella gestione della fase di emergenza e della ricostruzione post-sismica potrebbe consentire di tipizzare maggiormente la risposta -anche legislativa – agli eventi sismici, in relazione all’intensità e alle conseguenze sulle varie realtà territoriali, e così facilitare la programmazione delle risorse necessarie, da cadenzare in coerenza con gli impegni nazionali e internazionali di finanza pubblica”.

 

I Commissari Straordinari

Vale solo un cenno descrittivo la complessa organizzazione delle diverse “cabine di regia” messe in piedi per affrontare le singole emergenze.

 

Sisma del 2009

Tra i compiti assegnati all’Ufficio Speciale per la ricostruzione dell’Aquila (USRA) dal D.L. n. 83/2012, convertito nella legge n. 134/2012, rientra l’istruttoria finalizzata all’esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati, l’assistenza tecnica alla ricostruzione pubblica e privata, il controllo dei processi di ricostruzione e di sviluppo dei territori. In base all’intesa sottoscritta tra il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la coesione territoriale, il Presidente della Regione Abruzzo, il Presidente della Provincia dell’Aquila, il Sindaco del Comune dell’Aquila, i rapporti con le amministrazioni interessate dai processi di ricostruzione e di sviluppo sono tenuti dal Sindaco dell’Aquila e dal titolare dell’Ufficio Speciale, secondo gli indirizzi del Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’USRA ha avuto un blocco dalla fine dell’anno scorso, quando è scaduto il contratto di dirigente a Giovanni Lucarelli, che aveva assunto anche l’interim dell’ufficio speciale dei comuni del cratere (Usrc): i due uffici, in una clima di polemiche, erano rimasti senza guida con le pratiche ferme dallo scorso mese di ottobre. Dal 18 febbraio, l’ingegnere siciliano Salvo Provenzano è ufficialmente il nuovo titolare dell’Ufficio speciale.

Dal sito dell’USRA  risultano finanziati per la ricostruzione pubblica 2.163.806.499 euro, di cui erogati il 61%; più celere, invece, risulta l’erogazione dei contributi per la ricostruzione privata.

 

 

Sisma del 2012

Diversa la situazione per il terremoto dell’Emilia-Romagna, dove il Presidente della Regione Stefano Bonaccini è il Commissario delegato alla Ricostruzione.

Per attingere alle informazioni relative alla ricostruzione delle opere pubbliche, si può accedere alla pagina del sistema FENICE: il sistema per la gestione degli interventi di ricostruzione del Programma delle Opere Pubbliche e dei Beni Culturali predisposto dalla Struttura tecnica del Commissario delegato, d’intesa con la Direzione regionale Emilia-Romagna del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact). La stima delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi di ripristino dell’intero patrimonio immobiliare risultava pari ad euro 1.524.696.872 distribuiti su 1858 interventi. Uno specifico programma di interventi riguarda quelli beneficiari delle risorse provenienti dalle donazioni: da SMS, da eventi speciali quali il Concerto Campovolo e il concerto di Bologna e dal Conto Corrente Regionale, per un’entità – risultante dall’ultimo aggiornamento pubblicato – di 33.346.220 euro, destinati su 87 interventi.

Il monitoraggio degli interventi post-sisma si vale, oltre che di FENICE, dei sistemi MUDE (contributi alle abitazioni) e SFINGE (contributi alle imprese). Un tavolo tecnico congiunto in materia di ricostruzione privata è costituito dai rappresentanti degli Ordini/Collegi Professionali, delle Unioni dei Comuni, della Struttura Commissariale, della Regione Emilia-Romagna e di ANCI Emilia-Romagna, ed ha lo scopo di agevolare il processo di ricostruzione attraverso un confronto costante tra le parti interessate.

 

Sisma del 2016

Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 dicembre 2018 al Professor Piero Farabollini è stato prorogato l’incarico di Commissario per la ricostruzione dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessate dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016.

Nelle aree interessate si lamentano tuttavia lentezze burocratiche, tempi lunghi di pagamento, stime di costi non realistiche, tanto che il 5 marzo scorso c‘è stata una serrata degli studi tecnici marchigiani impegnati nella ricostruzione.

L’attività del Commissario Straordinario per la ricostruzione del sisma 2016 è documentata sul sito sisma2016.

 

Il patto per lo sviluppo e la ricostruzione delle Marche

In parallelo alle attività prettamente relative alla ricostruzione, la regione marche ha sottoscritto, nel dicembre scorso, un “Patto” per la ricostruzione e lo sviluppo della regione dopo il sisma, insieme con rappresentanti istituzionali, sociali, economici ed accademici del territorio oltre che dalla Conferenza Episcopale marchigiana.

Il Patto, presentato all’interno della Rassegna Urbanistica Nazionale dell’INU che si svolge il 4 aprile a Riva del Garda, “coniuga in modo inscindibile sviluppo e ricostruzione con un pacchetto di proposte di rilancio dei territori duramente colpiti dal sisma”. Sarà strategico, per la sua realizzazione, un accordo con il Governo, come quelli già stretti per i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia, attraverso cui una parte dei fondi per la ricostruzione è stata destinata a nuove infrastrutture, sgravi fiscali e zone franche, incentivi alle imprese, al turismo e alla cultura per il rilancio del territorio, con un accordo quadro con risorse statali aggiuntive e integrative rispetto a quelle europee già destinate.

Il Patto individua sette ambiti operativi: servizi alla coesione sociale, competitività e innovazione dei sistemi produttivi, green economy, sicurezza del territorio, valorizzazione del patrimonio, mobilità, ricerca e nuove competenze, con una prospettiva di investimenti possibili per due miliardi di euro.

 

Gli impianti sportivi

Non ci addentreremo ulteriormente nelle trame delle leggi e degli stanziamenti. La nostra materia di elezione, l’impianto sportivo, è però esemplificativa delle diverse situazioni e dei diversi tipi di problemi che l’opera pubblica ha dovuto affrontare, nelle diverse aree terremotate, per riportare alla normalità la vita delle comunità, con le sue esigenze quotidiane tra le quali, anche se non primaria, l’attività sportiva.

Se l’impianto sportivo è il primo ricovero laddove sia una struttura staticamente solida (la palestra, il palazzetto) o diventa il terreno per una tendopoli (il campo di calcio con la pista di atletica), la ricostruzione consiste nel ripristinarne le condizioni ottimali per l’attività di gioco; quando la struttura è inagibile, si costruisce da zero, o si creano costruzioni provvisorie che completino la dotazione di servizi degli insediamenti più o meno precari di prefabbricati.

Questi gli impianti di cui parleremo su Tsport, con riferimento a ciascuno dei terremoti di questo decennio:

6-9 aprile 2009: L’Aquila. Il campo da Rugby e la pista di atletica

20-29 maggio 2012: Finale Emilia. Adeguamento strutturale del palazzetto di Cavezzo

24 agosto 2016: Accumoli-Amatrice. Il palazzetto e il campo di calcio ad Amatrice

26-30 ottobre 2016: Norcia-Arquata del Tronto. La nuova palestra di Arquata del Tronto

A margine, ricordiamo che l’attore avezzanese Lino Guanciale condurrà lo speciale “L’Aquila 3:32 – La generazione dimenticata”, sul decennale del terremoto dell’Aquila, in onda il 5 aprile su RAI 2 alle 21:20; inoltre su La7 andrà in onda il giorno 3 alle 21,15 una puntata di Atlantide, condotta da Andrea Purgatori, dal titolo “L’Aquila 10 anni dopo”.